Ucraina. Le difficoltà dei bambini e ragazzi che riprendono la scuola

Con la guerra in corso, e dopo gli anni della pandemia, per gli studenti ucraini andare a scuola è sempre più un problema. E i ritardi dell’apprendimento peggiorano

Prima il Covid, poi la guerra, che ancora prosegue. Per i bambini dell’Ucraina, oltre a tutti i problemi portati da questi due eventi terribili e inattesi, l’impossibilità di andare a scuola è una delle conseguenze che sta maggiormente segnando il loro presente e, inevitabilmente, anche il loro futuro.
Anche perché i bombardamenti non hanno certo rinunciato a colpire le strutture scolastiche e la didattica a distanza non sempre è un’alternativa alla portata di tutti. Ancora nei primi 4 giorni di settembre due allarmi bomba sono scattati in tutte le scuole della capitale Kiev, con le forze di polizia intervenute prontamente per prendere le misure necessarie. Un clima non certo ideale per riuscire anche solo a far finta di poter “tornare a scuola” normalmente.
D’altra parte, per qualcuno quello che è appena cominciato è il quarto anno in cui non andranno a scuola in presenza, ma, più in generale, riuscire a far funzionare la macchina scolastica è un’impresa, con tanti insegnanti che hanno lasciato il Paese e tantissimi studenti costretti a cambiare città se non a fuggire all’estero.

Il 30% degli studenti anche quest’anno utilizzerà interamente la didattica online

Solo un terzo degli studenti potrà andare a scuola in presenza a tempo pieno; un terzo lo farà completamente a distanza, mentre un altro terzo avrà un approccio misto.
Una disomogeneità e un’incertezza che certo non aiutano l’apprendimento: secondo i dati dell’Unicef riportati da Redattore Sociale, il 57% degli insegnanti sostiene che siano peggiorate le capacità degli studenti relativamente alla lingua ucraina, ma le cose non vanno molto meglio anche nelle altre materie.
Ma non solo: la scuola, specie in un contesto di guerra in cui altre occasioni di socializzazioni sono praticamente inesistenti, è anche l’unico luogo nel quale i bambini possono socializzare, confrontarsi, condividere difficoltà e sogni per il futuro: ecco, dunque, che la difficoltà di frequentare la scuola diventa, allora, anche un problema di carattere sociale.
Il discorso vale a maggior ragione per tutti i bambini ucraini che sono sfollati all’estero: oltre la metà di loro, infatti, non risulta iscritta ai sistemi educativi nazionali in sette Paesi, frenati dalle difficoltà linguistiche ma anche dai sistemi educativi dei Paesi stessi, sovraccarichi o con un sistema di accesso difficile per chi arriva da fuori.
Ancora una volta, dunque, si conferma quello che Ai.Bi. sostiene da tempo: in ogni emergenza, i bambini sono le prime vittime! Ecco perché all’interno dell’intervento #BAMBINIxLAPACE in corso in Ucraina, Ai.Bi. è particolarmente attenta ad aiutare bambini e famiglie sul fronte della scuola, fornendo il materiale scolastico durante le consegne che vengono fatte dagli operatori, ma anche sostenendo le attività del Punto Ai.Bi. di Volodarka, che riesce a essere un punto di aggregazione, di condivisione e di scambio proprio per tutti i bambini e i ragazzi che hanno bisogno come non mai di stare tra loro, il più possibilmente in pace.

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Serve ancora il sostegno di tutti per venire incontro ai tanti bisogni delle donne, mamme e famiglie colpite dal conflitto. Chiunque può dare il suo contributo attraverso una donazione “una tantum” o sostenendo il progetto di adozione a distanza dei bambini e le famiglie ucraine, per dare continuità agli interventi che l’associazione compie ogni giorno nel contesto dell’iniziativa #BAMBINIXLAPACE. Clicca QUI per partecipare.