BAMBINIxLAPACE. Ucraina. 24 agosto, 6 mesi di conflitto: ecco i Figli della guerra

Dal 24 febbraio i numeri ufficiali parlano di quasi mille bambini morti o feriti per la guerra in Ucraina. Molti di più sono rimasti orfani e deportati illegalmente in Russia per essere “adottati”. Sono i “figli della guerra”. Che non abbandoneremo mai!

24 febbraio 2022 – 24 agosto 2022. Sei mesi esatti sono passati da quando è scoppiata la guerra in Ucraina. Sei mesi di bombe, di morti, di esodi disperati, e di nessun passo avanti concreto verso una prospettiva di pace.
Inizialmente, invasori russi per primi, si pensava a una guerra veloce, destinata nel giro di qualche settimana a cambiare definitivamente gli equilibri geopolitici di un vastissimo territorio alle porte dell’Europa. Così non è stato e, oggi, nessuno si azzarda a fare ipotesi su quanto ancora il conflitto potrà durare.
E con il conflitto le morti, le fughe, la disperazione

I “figli della guerra”

Per prima quella dei bambini, vittime innocenti per definizione di ogni guerra. Non fa certo eccezione quella in Ucraina, i cui numeri ufficiali (fermi comunque al 10 di agosto e sicuramente sottostimati rispetto alla realtà) raccontano di 356 minori uccisi e 586 feriti. In sostanza, una media di circa 5 bambini al giorno che rimangono vittime della cieca furia di bombe e proiettili.
A loro vanno aggiunti tutti quei minori che hanno perso i genitori e quelli che sono stati deportati in Russia, dove il governo ha appositamente semplificato le procedure per darli “in adozione”. È notizia recente che, solo nella regione di Krasnodar, oltre mille bambini provenienti da Mariupol (la città del sud dell’Ucraina brutalmente rasa al suolo dopo lunghissime settimane di un assedio medievale) sono stati dati in adozione, mentre altri 300 sono in attesa. Ma, secondo quanto riporta AgenPress, i dati del consigliere autorizzato del Presidente dell’Ucraina per i diritti dell’infanzia e la riabilitazione dei bambini, Daria Gerasymchuk, parlano di 5.754 minori deportati illegalmente in Russia solo a partire dal primo di agosto.
Già solo i numeri sono agghiaccianti, ma l’orrore vero si spalanca pensando che dietro ogni singola cifra c’è una storia, un sogno spezzato, un orrore subìto. Ci sono occhi che hanno visto le madri addormentarsi nei rifugi di fortuna e mai più svegliarsi. Ci sono orecchi che hanno sentito le urla di fratelli e sorelle violentati e uccisi. Ci sono mani che hanno toccato i volti freddi di padri giustiziati con una pallottola alla testa.
Viviamo nel 21° secolo e forse pensavamo che l’espressione “figli della guerra” non sarebbe mai più potuta essere attuale. Almeno non così vicino a noi.
Invece ci siamo sbagliati, e ogni giorno che passa i “figli della guerra” crescono.

Ogni numero è una storia per la quale vale la pena lottare

Ma è solo tenendo a mente come dietro a ogni singola unità ci sia una storia che vale una vita intera che si capisce anche il senso profondo di quello che Ai.Bi., come tutti i volontari, le associazioni e le persone di buona volontà del mondo, stanno facendo per salvare quanti più “figli” possibile. Si capisce il senso di portare aiuti materiali e sostegno psicologico; di accompagnare famiglie oltre in confine e di accoglierle in un Paese a loro sconosciuto; di creare nel cuore dell’Ucraina oasi di serenità e di gioco per far vivere sprazzi di una “normalità” che non potrà essere persa per sempre.
Come scrivono le persone dello staff di Ai.Bi. in Ucraina: “Il ricco non è colui che ha molti soldi, ma colui che può condividere qualcosa. Non importa cosa, anche solo un sorriso o una parola di comprensione , ma in grado di far diminuire la tristezza sulla terra. Il nostro team lavora con questo slogan e la nostra gratitudine va a tutti gli amici italiani che ci mettono in grado di portare gioia e speranza. Durante tutto questo periodo, insieme abbiamo fornito aiuto e sostegno a più di una famiglia: ogni bambino e ogni famiglia sono grati ai nostri amici e sentiamo da loro, ogni giorno, parole di gratitudine e di speranza”.
Perché, se si rimane ai numeri, il male difficilmente perderà la battaglia. Ma se ogni cifra diventa una storia e ogni unità diventa una vita, allora ogni mano tesa diventa una vittoria. Con la certezza che varrà sempre la pena lottare e impegnarsi per ogni singolo “figlio della guerra”, che è figlio di tutti noi.

Sostieni anche tu la campagna di Ai.Bi. BAMBINIXLAPACE

Ai.Bi. – Amici dei bambini ha messo in campo una campagna dedicata alla crisi ucraina: BAMBINIxLAPACE, alla quale chiunque può partecipare scegliendo una delle varie modalità di aiuto e vicinanza alle famiglie e i bambini ucraini.
Oggi, aiutare un bambino ucraino in fuga dalla guerra significa tenere viva la speranza che la guerra non sia l’ultima parola della sua vita, e che anche per lui ci sarà un futuro sereno nella sua terra. EMERGENZA UCRAINA