Ucraina. Sono 100 mila i bambini negli istituti, ma per il 90% di loro l’adozione rimane solo un sogno

Anche nel Paese dell’est europeo la pandemia impatta sull’accoglienza famigliare: le pratiche per la privazione della potestà genitoriale restano ferme nei tribunali e nei servizi per i minori

Il 30 settembre, in Ucraina, si è festeggiato il 12esimo Giorno dell’Adozione, la giornata nazionale dedicata all’accoglienza famigliare. Ai.Bi. – Amici dei Bambini è presente nel Paese con una propria sede. E, purtroppo, ha potuto testimoniare come questa ricorrenza, quest’anno, sia stata una… festa triste. Non solo a causa del Covid. La quantità delle adozioni nazionali e, più in generale, dell’inserimento in famiglia dei bambini abbandonati si sta infatti abbassando continuamente.

Eppure il 90% dei più di 100mila bambini ospitati negli istituti non hanno lo status di bimbi privati della tutela genitoriale, fatto che darebbe la possibilità di renderli adottabili. Le pratiche per la privazione della potestà genitoriale restano ferme nei tribunali e i servizi per i minori non sempre adempiono perfettamente ai loro obblighi. Naturalmente su questa situazione ha influito anche il Covid-19, che ha toccato tutte le sfere della vita umana e ha influito anche sulla situazione dei procedimenti nei tribunali e di adozione, rallentandoli pesantemente. Sono infatti 700 i bambini giuridicamente abbinati in adozione la cui condizione risulta sospesa a causa del Covid.

Così, se nel 2019 gli ucraini hanno adottato i 1.419 bambini, di cui 378 stranieri, e altri 1.870 sono stati inseriti in altre forme di accoglienza famigliare (case-famiglia e famiglie affidatarie), nei primi otto mesi del 2020 gli ucraini hanno adottato solamente 558 bambini, di cui 136 stranieri. 17mila sono i bambini presenti nel database dei minori dichiarati adottabili e 1.100 le famiglie ucraine candidate ufficialmente all’adozione.

Alcuni genitori sostengono che la disposizione governativa 603 del luglio 2019, che prevede una procedura telematica forse minimizza la corruzione, ma rallenta le pratiche. Questo perché la copertura internet in Ucraina non è ancora completa, specialmente nelle città più piccole e nei paesini. Servirebbe forse un accompagnamento migliore.

Visitare le famiglie in cinque regioni (Volynska, Dniprovska, Poltavska, Mykolaivska e Kharkivska), analizzare la situazione famigliare per far sì che, con la riapertura delle scuole, più bambini rimanessero a casa e non tornassero in istituti era l’obiettivo del monitoring di un progetto del Ministero con UNICEF, iniziato a luglio. Si presume, tuttavia, che la maggior parte dei bambini tornerà comunque in istituto. Tante sono le problematiche tecniche e burocratiche da risolvere, nell’ambito di una riforma complessiva dell’apparato che sta procedendo ma che, in parte, condiziona le procedure.

Se vuoi sostenere le attività di Ai.Bi. a favore dell’infanzia in difficoltà in Ucraina, puoi fare la tua parte. Dona subito: https://www.aibi.it/ita/continuiamo-dai-bambini/