Un progetto d’affido fallito fa male a tutti…

“Spesso le famiglie vengono messe sotto accusa perché non reggono… senza ricordarsi che le famiglie vanno curate e accompagnate sempre”!

Un affido fallito fa male, a tutti. Al minore, alla famiglia, agli operatori… a chi l’ha visto. Un affido fallito fa terra bruciata intorno al tema accoglienza.

Oggi un’assistente sociale mi ha detto che lei non ne può più di questi affidi falliti, di famiglie che dopo alcuni anni lasciano il progetto perché non reggono più i comportamenti dei ragazzini che hanno in affido.

Ma chi ha fallito in una situazione così?

L’affido in sé per sé o un po’ tutto il sistema?

Nessun operatore vorrebbe dover interrompere un progetto di affido. È  doloroso. A volte però diventa necessario perché qualcosa in quel progetto non funziona più, ed è corretto interrogarsi e capire chi, dove, come e perché. Prendere un momento di riflessione e ripensare a quanto accaduto è un intervento necessario, per aiutarci a comprendere eventuali errori di sopra o sottovalutazione di fattori di rischio e/o elementi protettivi. Spesso questi momenti di supervisione sono preziosi per permettere agli operatori di crescere e migliorare.  Quando questo non avviene spesso la colpa viene data alla famiglia, che avrà le sue responsabilità, ma di certo non colpe.

Le famiglie vanno curate e accompagnate sempre!

Spesso le famiglie vengono messe sotto accusa perché non reggono… senza ricordarsi che le famiglie vanno curate e accompagnate sempre, che loro per prime sono un elemento dinamico. La famiglia è un sistema meraviglioso e molto delicato, con limiti e risorse. Ai genitori affidatari viene affidato il compito di crescere un bambino, curarlo e soprattutto farlo sentire figlio, anche se per poco e anche se un’altra famiglia ce l’ha. Questo chiediamo loro, non possiamo pensare che possano essere capaci di leggere ogni tipo di situazione, per questo ci sono i professionisti (psicologi, pedagogisti, etc) che li accompagnano.

Ogni famiglia è diversa dalle altre e ogni famiglia si mette in gioco in modo diverso. Personalmente ho un debole per le famiglie numerose, che trovo incredibilmente energiche e generative nella loro imprescindibile confusione, ma sono consapevole che per alcune situazioni una famiglia senza figli potrebbe essere preferibile.

Non esiste la famiglia affidataria perfetta

 Le famiglie sono reali, non possiamo pensare l’affido sulla base di una idea di famiglia affidataria perfetta, ma che non esiste. L’affido non è facile, ma non è nemmeno onesto dire che tutti gli affidi falliscono per colpa delle famiglie. Non si può nemmeno pensare che l’affido sia uno stato cristallizzato: ci sono delle evoluzioni a volte che proprio il vivere in famiglia attiva, per questo si parla di progetto di affido, con obiettivi e momenti di verifica. Ci sono davvero molte situazioni diverse, e sottolineo, gestite in modo molto diverso da chi segue gli affidi. Non siamo in grado di offrire garanzie sull’esito di un progetto di affido, sicuramente possiamo darne sul fatto che per realizzare un progetto, ognuno con la propria competenza, le famiglie vadano guardate come “risorse indispensabili”, perché senza loro, ricordiamocelo, l’affido non si fa.

Maria Galeazzi

Pedagogista – Cooperativa AIBC