Una nuova speranza per i minori adottabili

bambini_mondo100Ci sono voluti 10 anni, ma finalmente la Banca Dati dei minori adottabili e delle coppie disponibili all’adozione è realtà: il 15 febbraio 2013 è stato infatti firmato il Decreto dirigenziale interno al ministero della Giustizia; si tratta a dire il vero di un atto che segna solo l’avvio della procedura, dal momento che la Banca Dati sarà effettivamente attiva non appena il Decreto verrà pubblicato.

La promulgazione del Decreto, come detto, è stata attesa per più di 10 anni. La Legge 149/2001 prevedeva obbligatoriamente l’istituzione di una banca dati, ma il ministero non l’aveva mai messa in atto, almeno fino a quando Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini non ha intentato una class action contro il ministero di Giustizia, presentando ricorso al Tar del Lazio, che, con sentenza dell’ottobre 2012 lo ha accolto e ha condannato il ministero a provvedere entro 90 giorni.

“Si tratta di una vittoria dei 2.300 bambini abbandonati che oggi sono in attesa di adozione”, dice Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Dalla sentenza del Tar ci sono voluti altri 135 giorni e innumerevoli solleciti, a partire dal 2 gennaio 2013, perché il ministero adempisse ai propri obblighi. “L’avvio della Banca Dati era un atto dovuto del ministero e Ai.Bi. è stata solo uno strumento, una cassa di risonanza per la voce dei bambini che per troppo tempo non ne hanno avuto una”, ha dichiarato con evidente soddisfazione il presidente Griffini.

La Banca Dati per i Minori adottabili è uno strumento indispensabile per velocizzare le procedure di ricerca dei genitori adottivi più indicati: conterrà difatti sia nomi e profili dei minori adottabili sia di coppie e singoli disponibli all’adozione. In questo modo verrà a costituirsi una rete di collegamento fra tutti i Tribunali per i minori, che sarà aggiornata ogni 3 mesi.

Nonostante l’ovvia soddisfazione, Ai.Bi. comunque esprime ancora fondati motivi di preoccupazione. “Qualche timore resta”, conferma Griffini, ” perché la stessa Caterina Chinnici – capo del Dipartimento per la Giustizia minorile – ha ammesso in sostanza a inizio gennaio che sui 29 Tribunali per i Minori esistenti in Italia solo 8 hanno già una banca dati e altri 3 la stanno avviando”. Di fatto, quindi, a partire sarà una Banca Dati monca per due terzi.

Inoltre i regolamenti emessi nel 2004 dal ministero della Giustizia in proposito, non fanno alcun accenno alla possibilità di accesso da parte della Commissione per le Adozioni internazionali. Un’evidente contraddizione, perché nel caso in cui non si trovassero adottanti in Italia, i dati dei minori adottabili dovrebbero essere consultabili anche dalla Commissione per avviare la procedura di adozione verso l’estero.

E proprio il tema delle adozioni internazionali è stato affrontato da Ai.Bi., che in un recente comunicato ha spinto affinché in tutta l’Unione europea sia avviata un’anagrafe ufficiale per i minori in attesa di adozione. In questo modo i tempi d’attesa per genitori e bambini diminuirebbero in maniera evidente. Senza contare che numerosi genitori, anziché andare al di fuori dell’Unione, spendendo cifre ragguardevoli per lunghi soggiorni eancor più lunghe procedure burocratiche, potrebbero farlo direttamente “a casa”, all’interno dell’Unione europea.

“Quanti minori residenti nelle comunità educative e negli istituti dei vari Paesi europei potrebbero trovare una famiglia in un qualsiasi Paese dell’Europa, se consideriamo che solo in Italia sono 2.300 i minori attualmente adottabili?”, si chiede retoricamente il comunicato Ai.Bi. “Da quando, grazie al Trattato di Lisbona in vigore dal dicembre 2009, la promozione della tutela dei diritti dei minori è stata ufficialmente inserita tra gli obiettivi dell’Unione europea, il trattamento riservato ai minori in ciascuno degli Stati membri non è più solo un affare interno”.

Una maggiore integrazione tra i Paesi membri dell’Unione europea, in questo caso, andrebbe a favore anche di una delle categorie più vulnerabili fra i cittadini dell’Unione: i tanti minori in attesa di adozione.

 (Da Famiglia Cristiana.it,28 Febbraio 2013)