Una Pasqua davvero inaspettata: il nostro uovo contiene l’abbinamento con nostro figlio!

Se l’incontro con il proprio bambino arriva a sorpresa. Il venerdì santo

Un abbinamento che arriva praticamente a Pasqua, come una sorpresa nell’uovo. Lo racconta un’operatrice di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, che ha guidato (a distanza, come impongono le normative di sicurezza per il Coronavirus) una coppia di neo-genitori quarantenni all’incontro con il proprio figlio

“Per l’abbinamento – spiega – è stata utilizzata la modalità via Skype: ho chiamato prima la psicologa, poi la coppia e infine condiviso lo schermo del mio PC per permettere alla coppia di leggere, anche senza avere direttamente sotto mano la scheda, che ho mandato solo alla fine dell’incontro online. La scheda è di un bambino nato prematuro con un chilo e mezzo di peso, che ha trascorso il suo primo anno di vita in ospedale, per recuperare il basso peso, lo sviluppo ancora non completo, la malnutrizione, le problematiche respiratorie e alcuni malanni arrivati nei primi tempi della sua vita. Ecco, diciamo, che non era una storia proprio semplice”.  

Pasqua: un uovo con dentro l’incontro con il proprio figlio…

“Soprattutto – prosegue il racconto –  la sfilza di informazioni mediche, complessi nomi di farmaci elencati con dosaggi e tempistiche di somministrazione (aggiornati ogni due mesi circa) hanno comportato una lettura davvero complessa, “noiosa” e quasi allarmante (per chi non è avvezzo a questi termini)…ma soprattutto a chi attende il proprio figlio e spera di non aver a che fare con medicine di nessun tipo! Per fortuna, negli ultimi due anni il bambino, dato alle cure di una famiglia affidataria professionale e con esperienza, ha fatto passi da gigante e ha recuperato tantissimo di quelle mancanze che, le sue 30 settimane di gravidanza e un parto affrettato, avevano lasciato indelebili. Ma da un lato avevamo un piccolo guerriero, che ha saputo riprendersi e migliorare la propria condizione fisica; dall’altra una coppia che…che ci ha sorpreso così tanto che, mentre ci raccontavano le loro emozioni al termine della lettura della scheda, sia la psicologa che l’operatore tecnico hanno faticato a nascondere le lacrime, anche se camuffate dalla distanza dal monitor della videochiamata! Al termine della lettura della scheda, alla domanda: ‘allora cosa vi suscita la storia di vostro figlio, che emozioni state vivendo?’, la moglie dice: ‘Mamma mia che brividi, che emozione! Non ho mai provato nulla del genere, è una sensazione così stupenda e dolorosa, sorprendente e unica, che mi riempie di gioia e il cuore mi batte così forte che non riesco a calmarmi! Non è assimilabile a nulla mai provato precedentemente! Ti dà alla testa questa scossa di avere davanti il proprio bambino! Durante la lettura a volte perdevo la concentrazione perchè il battito cardiaco era troppo accelerato e mi dovevo calmare, dicendomi ma sta capitando davvero? Quello che provo ora è un misto di voglia abbracciarlo subito, un senso di cura e apprensione che vorrei subito realizzare, una sorta di curiosità, ma anche paura dell’ignoto e contemporaneamente gioia enorme. Voglio proteggerlo e accarezzarlo, rassicurandolo che la mamma è qui e che non deve avere più paura di stare solo! Come faccio?'”.

Il papà – prosegue –  non riesce a trattenersi e la interrompe: ‘Quanto mi piace! Già mentre leggevate mi vedevo intento a portarlo via in bicicletta col caschetto, a leggergli un libro, a insegnargli a calciare il pallone… che emozione incredibile!’, e ride, ma ha gli occhi lucidi (glieli vedo anche se offuscati dai pixel!). ‘Ho sempre desiderato un maschietto’, ha continuato il papà, ‘e ora il sogno si realizza. Certo ho un po’ di rabbia per il passato e perchè ha dovuto trascorrere un anno della sua vita in ospedale, senza nessuno che lo tenesse in braccio con amore, ma tolto dal lettino solo per soddisfare i suoi bisogni fisici. Me la vedo la scena che gli operatori intorno a lui sono tutti intenti a dargli medicinali e lui pieno di cannette, in mezzo a siringhe, pillole e sciroppi, si sente in balia di mani non conosciute… invece che accoccolato tra le braccia amorevoli dei suoi genitori, ignoranti di medicina, ma dediti solo a tenerlo stretto accanto al cuore!’.

“Alla fine – conclude il racconto l’operatrice – sono stati i genitori a ringraziarci: ‘Accidenti avete rallegrato enormemente questa cupezza che si prova in questo periodo di Coronavirus! Il nostro primo pensiero, quando è scoppiata questa pandemia è stato: ecco di sicuro le adozioni chiuderanno o rallenteranno, per cui chissà quando riusciremo a realizzare il nostro sogno. Mai ci saremmo immaginati che il Venerdì Santo, mentre la comunità cristiana si attiene al digiuno e ci si aspetta le campane a lutto, si possa provare questa sensazione di gioia profonda, amore infinito e bellezza incommensurabile! Ci avete fatto una sorpresa davvero inaspettata: dentro l’uovo di Pasqua, quest’anno di isolamento e chiusura, ci avete aperto il cuore e fatto un dono incredibile! Grazie di cuore’. Grazie di cuore… a voi, mi verrebbe da rispondere, per averci lasciato partecipare al miracolo della nascita della vostra nuova famiglia!”