Una speranza per migliaia di famiglie siriane: l’Onu autorizza l’accesso umanitario in Siria

aiutiDal nostro inviato (Luigi Mariani) – Finalmente la tanto attesa svolta è arrivata: con una risoluzione adottata all’unanimità, lunedì 14 luglio il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha autorizzato l’accesso umanitario in Siria nelle zone controllate dai ribelli, in particolar modo attraverso quattro ingressi dislocati in Turchia, Iraq e Giordania. Le agenzie Onu e le ong partner potranno così intervenire in soccorso della popolazione siriana senza la necessità di ottenere il consenso da parte del governo siriano, che finora si era opposto duramente a questa ipotesi, tanto da arrivare a minacciare attacchi contro i convogli umanitari che avessero attraversato i confini senza richiedere il permesso.

In fase di carico delle merci nei Paesi confinanti, saranno tuttavia applicati dei meccanismi di monitoraggio volti a garantire al regime che quelli destinati a entrare in Siria siano solo ed esclusivamente aiuti umanitari per la popolazione in stato di bisogno.

La risoluzione, resasi necessaria a seguito della mancata applicazione di quella votata lo scorso febbraio, è stata redatta da Lussemburgo, Australia e Giordania, e prevede, fra le altre cose, la possibilità per i convogli di oltrepassare anche i fronti di battaglia tra forze contrapposte.

Lo scorso aprile, per costringere il regime siriano a concedere l’autorizzazione all’invio di aiuti umanitari anche nelle zone non controllate, gli Stati Uniti avevano ipotizzato una risoluzione rientrante sotto il Capitolo 7, che dà al Consiglio l’autorità di attuare interventi economici o militari per far rispettare le decisioni prese.

Un delicato lavoro diplomatico ha permesso però di ottenere quello che è ritenuto essere un provvedimento allo stesso modo cogente per il governo siriano, senza minacciare il ricorso a misure estreme.

Per voce del proprio Rappresentante Speciale presso l’Onu, Najib Ghadbian, la Coalizione Nazionale Siriana, ovvero il governo di opposizione riconosciuto ufficialmente dalla comunità internazionale, ha garantito che agevolerà (anche attraverso l’Esercito Siriano Libero, il proprio braccio armato sul campo), “l’accesso sicuro e diretto degli aiuti nelle zone liberate sotto il nostro controllo”.

Per le organizzazioni umanitarie presenti in Turchia, come Amici dei Bambini, questa novità a lungo attesa potrebbe aprire nuove prospettive d’intervento per i mesi futuri, potendo fare ora affidamento su accessi facilitati in Siria, in partnership o comunque sotto l’ombrello organizzativo delle Nazioni Unite. Ora che le agenzie dell’Onu potranno attivare le proprie risorse e  dispiegare il proprio potenziale operativo, diventano più concrete le speranze di riuscire a raggiungere circa 1,3 milioni di siriani in urgente bisogno di assistenza umanitaria, soprattutto nelle aree a nord e a est del Paese.

Finora, il governo siriano aveva utilizzato il rifiuto all’accesso degli aiuti in zone non controllate come una vera e propria “arma di guerra” contro le forze di opposizione e la popolazione civile: adesso, una nuova speranza si accende per centinaia di migliaia di famiglie siriane, a cui la guerra ha portato via molto, ma non la voglia di lottare.

 

In questo momento, la popolazione siriana ha bisogno di tutto l’aiuto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

 

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.

 

Fonte: Reuters