Per Unicef i bambini vittime di abbandono non esistono

L’ultimo rapporto Unicef, “Soluzioni efficaci per i bambini”, parla di 330 milioni di bambini in povertà, 200 milioni di bambini denutriti, 14mila bimbi sotto i 5 anni che muoiono ogni giorno, ma neppure una riga per i bambini vittime di abbandono!

Per provare a trovare soluzioni bisogna partire dall’analisi di quelli che sono i problemi. Affermazione lapalissiana che non dice nulla di nuovo. Certo, però, se i problemi posti sono incompleti, per quanto non sbagliati, trovare una soluzione davvero efficace diventa impossibile.
Il ragionamento nasce all’indomani della pubblicazione, durante l’ultima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, del rapporto di Unicef: Soluzioni efficaci per i bambini, in cui vengono delineate “soluzioni politiche prioritarie basate su dati concreti ed efficaci in termini di costi, volte ad accelerare i progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”.

Grandi assenti i bambini vittime di abbandono

Il quadro di partenza tracciato da Unicef è oggettivamente terribile, riportando come nel mondo siano qualcosa come 330 milioni i bambini che vivono in condizioni di povertà estrema (la metà di loro si trova nelle aree interessate da conflitti), 200 milioni quelli con problemi di sviluppo a causa della malnutrizione e ben 559 milioni quelli esposti a frequenti ondate di calore, fenomeno destinato a diventare sempre più invasivo a causa del cambiamento climatico. 86 milioni, prosegue il report di Unicef, sono le ragazze adolescenti che si stima non frequentino la scuola, mentre 14mila sono i bambini sotto i 5 anni che muoiono ogni giorno per cause teoricamente prevedibili e “gestibili” come la diarrea e la malaria.
Certo, chiunque, di fronte a queste cifre, non può dire che le emergenze manchino, ma altrettanto onestamente non si può notare come, in tutte le 16 pagine del report, manchi una parola fondamentale: abbandonati.
Già, perché dei bambini “vittime di abbandono”, che verosimilmente ruotano intorno alla cifra di 200 milioni, non viene spesa una parola.
Certo, nelle cifre snocciolate in precedenza, sicuramente saranno compresi anche dei minori vittime di abbandono, ma questa categoria, considerata a parte e di per sé, non trova spazio nel rapporto dell’Unicef come nel dibattito collettivo.

Porre il problema per cercare, insieme, una soluzione

Questo impedisce anche di misurare quanto è stato fatto per loro, perché se è vero che – come riporta il rapporto Unicef – “la mortalità dei bambini sotto i 5 anni è diminuita del 50%, i ritardi nella crescita fra i bambini sotto i 5 anni sono diminuiti di un terzo, il numero di bambini colpiti da poliomielite è diminuito di oltre il 99% e più di due miliardi di persone hanno accesso ad acqua potabile gestita in modo sicuro”, è vero che sui bambini salvati dall’abbandono non ci sono numeri che possano delineare la situazione! Eppure, non bisogna mai dimenticarlo, di abbandono si muore, anche se non si vede!
È davvero giunto il momento di dichiarare l’abbandono un’emergenza umanitaria riconosciuta dal mondo. Perché il primo passo per un occuparsi di un problema è riconoscerlo come tale!