Unione Famiglie Adottive Italiane: lettera a Renzi sui costi delle adozioni internazionali

famiglieI costi dell’adozione internazionale sono sempre più un mistero oltre che uno dei talloni d’Achille di un sistema che sta rapidamente andando allo sfascio. Sul tema è intervenuta a metà giugno 2015 anche l’Ufai (Unione Famiglie Adottive Italiane) che, in una lettera inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha chiesto l’aggiornamento delle tabelle dei costi applicati dagli enti autorizzati. L’Ufai, infatti, ha notato che vi sono spesso notevoli differenze tra le cifre indicate sui siti dei vari enti e quelle riportare invece sul portale della Commissione Adozione Internazionale in relazione agli stessi enti. In alcuni casi, ci si trova davanti a cifre che raggiungono il doppio di quanto è indicato sul sito della Commissione.

Quest’ultimo, ricorda l’Ufai, “è il punto di riferimento di tutte quelle coppie che hanno deciso, o stanno decidendo, di intraprendere il percorso dell’adozione internazionale”. È fondamentale, pertanto, che i costi della procedura adottiva previsti dall’ente a cui gli aspiranti genitori danno mandato siano riportati in modo corretto.  Invece, rileva l’Ufai, vi è spesso una “grande differenza tra quanto viene chiesto dagli enti attraverso la ‘carta dei servizi’ e quanto è riportato sul sito della Cai”.

Ancora una volta, quindi, ci si troverebbe davanti a una situazione di scarsa trasparenza e correttezza nei confronti degli aspiranti genitori, a dimostrazione di quanto il sistema italiano dell’adozione internazionale sia ormai del tutto fuori controllo.

Per sanare tale carenza, l’Ufai chiede che queste tabelle vengano aggiornate “attraverso una comunicazione obbligatoria che l’ente dovrà fare ogni volta che gli importi subiranno variazioni e che le tabelle della Cai vengano definite ‘tabelle di riferimento dei costi della procedura di adozione internazionale di minori’”. Un procedimento chiaro e in continuo aggiornamento, quindi, che permetterebbe alle coppie di sapere quale sforzo economico dovranno sopportare fin dal momento in cui affideranno il mandato a un ente. “Oggi le coppie si trovano davanti a cifre assolutamente fuori dalla realtà e a costi non ben definiti”, commenta l’Ufai nella sua lettera.

Amici dei Bambini – che ogni volta in cui ha aggiornato i propri costi ha puntualmente effettuato la relativa comunicazione alla Cai – plaude all’iniziativa dell’Ufai. La richiesta di aggiornamento delle tabelle sui costi rappresenta un passo importante in direzione di una maggiore trasparenza e correttezza del sistema nei confronti delle coppie. Quelle coppie che, davanti a così grandi differenze nelle cifre relative alle spese che dovrebbero affrontare, non potrebbero non sentirsi ingannate e indotte a rinunciare all’adozione. In uno scenario come quello attuale, di crescente disaffezione verso l’adozione internazionale, questo costituisce un motivo di ulteriore sfiducia per chi vuole adottare. Rimediare a una tale mancanza di trasparenza sarebbe quindi un atto dovuto nei confronti delle famiglie accoglienti.

Nella stessa lettera al premier, l’Ufai chiede che vengano aggiornate anche le liste dei Paesi con cui ciascun ente ha degli accordi, perché anche in questo caso si rilevano spesso “molte differenze tra quanto l’ente propone e quanto è scritto sul sito della Cai”. In particolare, l’Ufai chiede che ci siano sempre informazioni corrette sulle eventuali criticità presenti nei vari Paesi. A tal proposito, si richiede anche che le coppie costrette a cambiare Paese, a causa dei problemi presenti in quello a cui erano state inizialmente indirizzate, “non vengano sottoposte a nuove richieste economiche da parte degli enti”. Il “rischio di impresa”, quindi, non deve essere “scaricato” sulla famiglia adottiva.