Utero in affitto. Allarme dei vescovi dell’Ucraina: “Maternità surrogata patologia della vita attuale. Persone trattate come merci”

La nota della conferenza episcopale ucraina dopo lo scandalo del video con 46 bimbi “parcheggiati” in un albergo di Kiev. Anche la FAFCE si esprime

Anche i vescovi della Chiesa cattolica ucraina intervengono sulla vicenda dei 46 bambini partoriti con utero in affito e “parcheggiati” in un albergo di Kiev a causa del lockdown per il Coronavirus. “La pandemia – dicono i vescovi ucraini – rivela altre patologie della nostra vita attuale. Una di queste è la maternità surrogata, nella quale delle persone vengono trattate come merci che possono essere ordinate, assemblate e vendute. Un simile divario nella legislazione ucraina distrugge in modo significativo gli sforzi di integrazione europea e scredita il nostro paese agli occhi della società europea ”.

A destare scalpore era stato un video pubblicitario di Biotexcom, la compagnia che ha seguito la nascita dei bimbi, che ha reso pubblica la situazione. Tra i genitori-clienti in attesa di ritirare i loro figli ci sarebbero anche cinque coppie di cittadini italiani.

Utero in affitto in Ucraina: la posizione della FAFCE

Ciascun bimbo – si legge nella nota dei vescovi – ha il diritto di essere concepito naturalmente, di nascere in una famiglia e di crescere in un’atmosfera di amore tra pace e madre“. A rilanciare l’appello della Conferenza episcopale ucraina è anche la FAFCE – Federazione europea delle famiglie cattoliche d’Europa, presieduta da Vincenzo Bassi.Guardando quelle immagini – ha scritto nella giornata di ieri, 15 maggio, Bassi – nessuno può rimanere in silenzio, e soprattutto mentre celebriamo la Giornata internazionale della famiglia: quei bimbi devono avere una famiglia, e non possono essere trattati come una merce”.

Utero in affitto in Ucraina: l’appello per adottare i bimbi di Kiev

Eugenia Roccella e l’ex ministro e presidente CAI Carlo Giovanardi partendo dalle colonne de L’Occidentale hanno lanciato una petizione al Governo affinché intervenga per trovare una famiglia a quei bambini attraverso l’adozione internazionale. “Nelle difficoltà del momento attuale – hanno scritto – è urgente occuparsi di questi piccoli senza identità e senza diritti: diamo loro una famiglia, nel rispetto delle leggi dello Stato italiano e di quelle sulle adozioni internazionali”. Bisogna infatti ricordare come la maternità surrogata sia, in Italia, vietata dalla legge 40, e dunque chi, italiano, ricorre a questa pratica all’estero lo fa eludendo le leggi del proprio Paese.