Veneto e Trentino scoprono che la famiglia è importante. In attesa del Family Act

Dalla Regione e dalla Provincia Autonoma di Trento misure importanti. La palla ora passa al Governo

Prima la Provincia Autonoma di Trento, poi, a pochi giorni di distanza, il Veneto. Sulle politiche a misura di famiglia soffia, a quanto pare, il vento del Nord-Est. La Provincia Autonoma di Trento, in attuazione della legge provinciale 1 del 2011 (testo unificato di due disegni di legge) e in coordinamento col Fondo Sociale Europeo, ha stanziato cinque milioni di euro per la conciliazione famiglia-lavoro, per famiglie con figli da tre mesi e fino ai 14 anni. Fondi che verrano erogati attraverso voucher di due tipologie: da 20 euro all’ora per famiglie con un solo figlio (la Provincia paga il 90% dei 20 euro); da 25 euro all’ora per famiglie con uno o più figli (anche in questo caso la Provincia pagherà il 90%). Misure importanti perché, secondo le stime, alcune famiglie dovrebbero arrivare a percepire fino a 900 euro al mese.

I voucher potranno essere utilizzati, a seconda delle necessità, per il servizio di baby sitter o per quello di supporto scolastico o come supporto a figli disabili.
Questi strumenti garantiscono poi servizi di qualità sia professionale che sanitaria, nel senso che le relative prestazioni sono garantite da soggetti appartenenti ad enti accreditati (è compreso anche il servizio di Tagesmutter, se accreditato) e le o insegnanti di supporto devono avere un protocollo sanitario per offrire garanzie ed evitare contagi da Coronavirus.

Famiglia: da Regione Veneto una legge quadro

Regione Veneto, invece, con un lavoro che ha visto coinvolti il Forum famiglie del Veneto, la Giunta e il Consiglio Regionale (che l’ha approvata con voto unanime), ha partorito una legge quadro sulla famiglia e la natalità. I punti salienti li elenca, intervistato da Famiglia Cristiana, Adriano Bordignon, consigliere del Forum regionale delle famiglie e direttore del Consultorio Centro famiglia di Treviso: “Il sostegno economico alla natalità nel periodo precedente e successivo alla nascita del bebè con assegni mensili, ecco perché in tal senso questa legge diventa strutturale; l’accesso ai nidi gratuito a prescindere dall’Isee, in via sperimentale per i prossimi anni; l’introduzione del Fattore Famiglia, strumento di adeguamento e perfezionamento dell’Isee che riconosce i carichi familiari, il numero dei figli, degli anziani e la presenza dei disabili, ma anche un piccolo coefficiente per i primi anni di convivenza e formazione della famiglia, perché all’avvio si presume che ci siano più spese; la programmazione triennale con una cabina di regia di organi della Regione, rappresentanti dell’Anci, ovvero i comuni, e i rappresentanti dell’associazionismo familiare”.

Una legge, quella veneta, che rappresenta un importante segnale allo Stato centrale: il segnale che è arrivato il momento di dotarsi, a tutti i livelli, di serie politiche per la famiglia. Soprattutto in una situazione di rilancio come quella che aspetterà il Paese al termine dell’emergenza sanitaria. Il ministro della Famiglia Elena Bonetti, al proposito, ha detto che il Family Act, che prevede tra l’altro l’assegno per ogni figlio, “dovrebbe essere varato nei prossimi giorni. Oltre a assegno e contributi, ci sono i congedi parentali obbligatori anche per i padri di almeno 15 giorni e incentivi al lavoro femminile”. Forse, dopo tanti tentativi, per la famiglia è arrivato il momento propizio…