Via libera alla pillola abortiva in Italia, ma i dubbi restano

ru486La pillola abortiva potrà essere usata anche in Italia. La delibera che autorizza il suo impiego negli ospedali sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e diventerà esecutiva entro il 19 novembre 2009. Lo ha deciso il cda dell’Aifa (Agenzia italiana farmaco), approvando la delibera già che prevede l’obbligo di assumere il farmaco nelle strutture sanitarie.

A Stato e regioni si rimandano le disposizioni per il corretto percorso di utilizzo clinico del farmaco all’interno del servizio ospedaliero pubblico. Una formulazione che in realtà non fornisce precise garanzie, anche per evitare un pericoloso “fai da te” delle regioni in una materia tanto rischiosa quanto quella della pratica dell’aborto farmacologico.

L’Aifa giustifica il rinvio alle regioni dichiarando che è materia dagli articoli 8 e 15 (relativo proprio alle competenze regionali) della legge 194 sull’aborto. Comunque l’agenzia, al fine di dimostrare che gli adempimenti che le sono propri sono stati espletati, elenca il rispetto di una lunga serie di regole formali: la conformità «assoluta» a quanto previsto dall’Ente regolatorio europeo per il mutuo riconoscimento di un farmaco (Emea), l’effettuazione di «uno scrupoloso iter di verifiche scientifiche, tecniche e legislative» durato molto tempo, la previsioni di «restrizioni importanti all’utilizzo» della pillola abortiva in vista della «massima tutela della salute del cittadino», cioè delle donne.

Intanto in Commissione Sanità di Palazzo Madama andrà avanti l’indagine conoscitiva proprio sulla compatibilità dell’uso della Ru486 con la legge 194.

Il Ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha evidenziato che il Parlamento avrà modo di esprimersi prima dell’effettiva entrata in commercio della pillola. “Io credo che la cosa importante sia quella di garantire per tutto il processo farmacologico abortivo la non solitudine della donna. Questo per la sua salute e per una sua scelta responsabile” ha riportato l’ANSA. “Rimane l’esigenza di un monitoraggio perché qualora dovesse rilevarsi una diffusa elusione delle regole di somministrazione della pillola, è evidente che il decisore istituzionale dovrebbe porsi il problema di come garantire l’effettività della legge 194.”