Volontariato: negli Stati Uniti è boom

Con l’aumento del tasso di disoccupazione, che in febbraio è arrivato all’8,1% , è esploso il volontariato, le cui associazioni parlano di un incremento di nuovi collaboratori da un quarto a un terzo. Anche le nuove domande stanno raddoppiando o triplicando e queste organizzazioni e associazioni stanno faticando ad addestrare e impiegare tutti questi nuovi volontari. Lo racconta oggi su Ilsussidiario.net, Sharon Mollerus, insegnate e scrittrice che vive in Minnesota.

«Le ragioni di questo nuovo impegno nel volontariato sono molteplici», scrive la Mollerus. «C’è chi dice di voler riempire le lunghe ore senza nulla da fare con un lavoro che abbia un significato, altri invece vogliono mantenere aggiornati e senza buchi il loro curriculum. Il The Martin Luther King Day of Service (una giornata dedicata al volontariato nella ricorrenza dell’assassinio di King), sostenuto da Obama, ha dato una spinta anche a un maggiore coinvolgimento comunitario.

Qualcuno si dà al volontariato perché non è più in grado di fare offerte in denaro e, talvolta, sono gli stessi che prima sostenevano le opere che ora hanno bisogno di aiuto. Linda Koelman, pastore della North United Methodist Church a St. Paul, nel Minnesota, ha incontrato molte persone che offrivano il loro lavoro come volontari e, contemporaneamente, chiedevano vestiti dal servizio assistenza della parrocchia. Eryka Teisch di New York, dice di apprezzare lo scopo che le dà il volontariato: “Uno cerca di non concentrarsi sull’aspetto amaro, tipo “Odio la mia società e non posso credere che mi abbiano fatto questo”. Così almeno hai qualcosa per cui alzarti la mattina, invece di centrare tutto sulla ricerca di un nuovo posto di lavoro in questa situazione economica così difficile”».

 

Fonte: Vita.it