Messina. Grazie ai sostegni senza distanza, la prima casa d’ accoglienza di Ai.Bi. è operativa

la casa d'accoglienza di Ai.Bi.
Finalmente al sicuro.
Dalla sera di mercoledì 11 dicembre, inizia una ‘nuova vita’ per dodici minori sbarcati nei giorni scorsi in Sicilia. Hanno lasciato il PalaNebiolo e sono stati trasferiti nella casa d’accoglienza che Ai.Bi. ha aperto a tempo di record a Messina. Tutti minorenni d’origine egiziana. Dopo aver lasciato la tendopoli allestita nelle vicinanze del PalaNebiolo di Messina, i ragazzi sono finiti in pizzeria per un ‘benvenuto’ all’insegna del mito culinario del Made in Italy, la pizza. Poi prenderanno posto nelle stanze tinteggiate di fresco, dotate di ogni confort nella struttura a pochi passi dal mare.

Per loro il ‘soggiorno in tenda è durato pochi giorni, anche grazie alla mobilitazione dell’assessore comunale alle politiche sociali, Antonino Mantineo e alla mediatrice sociale, Clelia Marano. Altri coetanei saranno accolti nei prossimi giorni dalle famiglie che hanno dato ad Ai.Bi.  la propria disponibilità a farsene carico. I profughi continuano a sbarcare anche in tardo autunno sulle nostre coste.

soggiorno casa d'accoglienza messina 350Grazie ad un accordo firmato lunedì 9 dicembre, tra  la giunta comunale capeggiata da Renato Accorinti e Ai.Bi, la struttura d’accoglienza accoglie i primi ospiti che potranno finalmente addormentarsi al sicuro.  A rendere più accoglienti gli ambienti, gli arredi offerti da Ikea, il colosso svedese dell’arredamento. Mentre i collaboratori della catena Leroy Merlin hanno dedicato tempo ed energia per tinteggiare con colori vivaci le pareti dell’immobile.

Oltre all’assistenza materiale, i bambini saranno  assistiti da mediatori linguistici e seguiti da un’ equipe di psicologi esperti in stress post traumatico. Ingredienti che si spera possano aiutarli a cancellare il prima possibile l’incubo della traversata.

Ma per poter continuare nel tempo a offrire questo servizio, ancora una volta Ai.Bi. deve far affidamento solo sulle proprie forze e sulla generosità degli italiani che vorranno attivare un sostegno senza distanza, aiutando questa volta non minori che vivono dall’altra parte del mondo, ma bambini che soffrono a poca distanza da noi. Con la speranza che qualcuno si accorga di loro.