Il 2015 dell’adozione internazionale. Il sistema dei grandi enti “tiene” e frena la caduta: “solo” -5% rispetto al 2014

adozioni bilancio 2015La crisi dell’adozione internazionale in Italia non si ferma, ma il crollo dell’accoglienza dei bambini abbandonati frena grazie al sistema dei grandi enti. È quanto emerge dall’esame dei dati pubblicati da alcuni enti autorizzati, in base ai quali la redazione di Aibinews ha stilato delle proiezioni, con lo scopo di dare una prima idea sull’andamento dell’adozione internazionale nel 2015. Le stime parlano di poco meno di 2.100 minori stranieri adottati da meno di 1.800 coppie, con un calo del 5% rispetto al 2014.

Prosegue quindi il declino di questa forma di accoglienza, che nel breve volgere di soli 5 anni ha fatto segnare un dimezzamento del numero di minori accolti. Dopo il picco toccato nel 2010 con 4.130 bambini autorizzati all’ingresso nel nostro Paese, si è scesi ai 2.825 del 2013, ai circa 2.200 del 2014 e, infine, ai 2.100 dell’anno appena trascorso. Un dato, quest’ultimo, che in termini percentuali si traduce in -50% se confrontato con quello del 2010, -30% rispetto al 2013 e, appunto, -5% rispetto al 2014.

A tenere a galla le sorti delle adozioni internazionali, frenando quindi il loro crollo verticale, è il sistema dei grandi enti. È evidente analizzando i dati pubblicati sui siti istituzionali degli enti stessi. Una ventina di essi – ovvero meno di un terzo dei 62 totali attualmente operativi in Italia – ha realizzato più del 60% delle adozioni  internazionali del 2015: 1.287 su 2.100. Solo 3 enti, inoltre, nel corso del 2015 hanno “sfondato” quota 100: Cifa, Ai.Bi. Amici dei Bambini, e Naaa hanno dato una famiglia italiana rispettivamente a 247, 175 e 113 bambini stranieri.

In uno scenario non certo incoraggiante, in cui quasi tutti gli enti soffrono più o meno  pesantemente le conseguenze di questa crisi dell’accoglienza, sono poche le realtà che nel corso del 2015 hanno fatto segnare un incremento di adozioni realizzate. Si tratta di Ai.Bi. con 175 minori adottati, 20 in più dei 155 del 2014, per un incremento del 13%; Naaa, passato da 101 a 113 bambini stranieri arrivati in Italia, con un +10%; Arai, l’unico ente pubblico attivo nel settore dell’adozione internazionale, salito da 24 a 39, per un miglioramento del 62%.

Tra gli enti più grandi , che hanno contribuito a frenare la caduta, segnaliamo:  Cifa (che tuttavia scende da 261 a 247: -5,4%), Spai (da 78 a 72: -7,6%), Bambarco (da 69 a 47: -17,4%), Sos Bambino (da 90 a 79, -12,2%) e Nadia (da 120 a 96, -20%).

Anche sul fronte delle coppie, l’emorragia purtroppo non si ferma. Secondo le proiezioni, nel 2015, le famiglie italiane che avrebbero concluso un’adozione internazionale sarebbero state circa 1.750, in calo rispetto alle 1.800 stimate per il 2014. Netto il calo rispetto agli anni precedenti, quando le coppie adottive furono 3.241 nel 2010 e 2.291 nel 2013.