«Che fortuna ho avuto: sono stata adottata!»

Stefania scrive:
Chi non ha fatto esperienza dell’adozione non può capire quale forza può avere l’amore su questi bambini. Sono fortunata ad essere “stata scelta” per questa straordinaria esperienza di vita.

Cara Stefania,

ti sono grata per averci mandato un commento così bello e toccante. Parlando così, non puoi che confermare che è vero, sei stata “scelta” insieme a tuo marito per il difficile ma intenso cammino dell’adozione.

Ai.Bi. crede che l’essere stati scelti per questo cammino sia da collegare a ciò che sosteniamo da anni: la grazia della sterilità feconda.

Non scordiamolo: in una coppia, la scoperta di non poter avere figli può scatenare un dolore profondo, imperscrutabile, e un gigantesco senso di vuoto che può dar luogo a risentimento, sensi di colpa, a cocente delusione nei confronti della vita.

La stella che però bisogna sempre tenere in mente è questa: la sterilità non sempre è una dis-grazia. In certe condizioni, anzi, corrisponde a una vera e propria grazia. La grazia di vivere un’altra forma di fecondità, non più biologica o fisica bensì di carattere spirituale e sociale, che spesso sfocia nell’adozione di un bambino. In questo orizzonte del tutto nuovo, quello è il bambino che la Provvidenza ha destinato proprio a quella coppia. E a nessun’altra.

L’adozione, certo, è per tutti. Anche due vite che si sono unite in un matrimonio biologicamente fecondo, con la possibilità di generare figli propri, possono però vivere la grazia di essere stati toccati e chiamati da questa scelta.

Perché sentirsi genitori di un figlio non tuo è possibile. Ed è per tutti.

Irene Bertuzzi, responsabile Formazione di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini