marocco, Ai.Bi. con UE per promuovere i diritti dei minori marocchini

Marocco. Progetto Ai.Bi./UE :”Voglio i miei diritti, non la carità”. In rete per promuovere l’accoglienza dei minori abbandonati

Target dell’iniziativa, promossa per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti dei fanciulli marocchini, è l’intera popolazione del Paese ed è condotta soprattutto attraverso i social network e, in particolare, la pagina Facebook ‘@campagneouana’

L’obiettivo – spiega Veronica Mosticone, Segretariato Generale della Piattaforma CDE – è diffondere le informazioni riguardanti le discriminazioni nei confronti dei bambini vulnerabili in Marocco su grande scala e migliorare la conoscenza dell’opinione pubblica sulle problematiche legate ai bambini in istituto e ai bambini makfoul (presi in custodia tramite la kafala)

marocco, Ai.Bi. con UE per promuovere i diritti dei minori marocchiniUna Campagna di sensibilizzazione che prende linfa da una Piattaforma creata specificamente per promuovere i diritti dei fanciulli in Marocco: è questo il cuore dell’iniziativa ‘Ou Ana (E io?)’, lanciata ufficialmente il 25 gennaio di quest’anno nel corso sel seminario ‘Voglio i miei diritti, non la carità’, dedicato alle procedure della Kafala nel Paese e organizzato dal Collettivo Kafala Marocco.

La Campagna è soltanto uno dei progetti che la Piattaforma “Convenzione dei diritti del Fanciullo (CDE) Marocco”, nata nell’ottobre dello scorso anno come progetto cofinanziato dall’Unione Europea e realizzato dall’Associazione Ai.Bi. Maroc in partenariato con altre quattro associazioni locali (Ostraty, Fondation Rita Zniber, Dar Al Atfal Al Ouafar e SOS Villages d’Enfants), porta avanti per promuovere una nuova visione dell’infanzia nel paese arabo. Ad oggi, la Piattaforma è una rete associativa che raggruppa 20 organizzazioni della società civile marocchina operanti sul territorio nazionale per implementare e monitorare la Politica Pubblica Integrata di Protezione dell’Infanzia in Marocco (PPIPEM) “nel rispetto della CDE“, come spiega Veronica Mosticone, membro del Segretariato Generale di CDE.

Per supportare i propri sforzi, CDE ha lanciato appunto ‘Ou Ana?’, puntando alla creazione di un punto d’incontro nazionale per lo sviluppo, l’implementazione e il monitoraggio delle politiche pubbliche in materia di infanzia. “L’obiettivo del progetto – precisa Mosticone – è di promuovere il miglioramento dell’accesso a servizi sociali di base di qualità, capaci di assicurare la protezione e l’inclusione dell’infanzia in situazione di abbandono e di esclusione sociale“. “Per realizzare questo obiettivo – prosegue – è di fondamentale importanza che le organizzazioni della Società Civile instaurino un rapporto di collaborazione solida e costante con le istituzioni nazionali statali e private“. Abbiamo chiesto alla rappresentante del CDE qualche informazione in più sugli scopi dell’iniziativa.

Perché si è pensato di lanciare questa campagna?
L’idea di una campagna di sensibilizzazione è nata perché, se da un lato la collaborazione fra le organizzazioni della Società Civile e le autorità nazionali è molto importante per la riuscita della messa in opera della PPIPEM, dall’altro è altresì importante che la popolazione marocchina in generale sia cosciente dei diritti dei bambini e dei problemi con cui si scontrano ogni giorno in Marocco. Attraverso la campagna ‘Ou ana?’, ogni gruppo tematico della piattaforma CDE potrà informare la società civile dei problemi che affrontano i bambini, relativamente al loro tema di lavoro, sui diritti dei bambini relativi alla singola tematica per fermare le discriminazioni, le stigmatizzazioni e i pregiudizi su queste categorie vulnerabili di bambini. Ogni due mesi, la campagna si concentrerà su una tematica specifica“.

Qual è il vostro target ?
Il target della Campagna è il grande pubblico, dunque l’intera popolazione marocchina.
Attraverso i social network, soprattutto tramite la pagina Facebook @campagneouana, vogliamo rendere accessibili le informazioni riguardanti i diritti dei bambini alla società in cui questi bambini cresceranno. In altre parole, cerchiamo di tradurre il linguaggio associativo in linguaggio semplice per il grande pubblico. Puntiamo a diffondere le informazioni riguardo alle discriminazioni nei confronti dei bambini vulnerabili in Marocco su grande scala e, in questo modo, a migliorare la conoscenza dell’opinione pubblica sulle problematiche legate ai bambini in istituto e ai bambini ‘makfoul‘ (quelli presi in custodia tramite la Kafala), così come per gli altri temi trattati dai gruppi della Piattaforma”.