Sbarchi. 1.400 migranti in 48 ore con 11 morti: torna l’emergenza. Con ‘Bambini in alto mare’ Ai.Bi. aiuta chi rischia la vita in mare

Un fine settimana denso di lavoro per i soccorritori che sono dovuti intervenire in Sicilia per trarre in salvo ben 1.400 persone in due giorni, imbarcate su natanti di fortuna e a rischio di restare vittime. In effetti, un gommone proveniente dalla Libia è naufragato e 11 persone hanno perso la loro vita tra le onde mentre cercavano di salvarla

L’improvvisa impennata nel numero di imbarcazioni che hanno lasciato le coste africane puntando verso il sud Italia, dopo mesi di tranquillità apparente, frutto del bel tempo e della crisi che continua ad attraversare la Libia, induce alla preoccupazione gli analisti. Ai.Bi. è in campo con un progetto che vuole aiutare concretamente – nei Paesi in cui conflitti e dittature impongono la fuga, come in Italia – i migranti disperati che sfidano la sorte solcando il Mar Mediterraneo

Torna il bel tempo, si rivede il sole e i primi caldi attraversano la Penisola, ma non si fermano le guerre che in Siria e in vari Paesi dell’Africa hanno messo in ginocchio e a rischio della vita enormi fette di popolazione: ecco perché, improvvisamente, le coste siciliane hanno fatto registrare un’impennata nel numero di migranti sbarcati: 1.400 in appena 48 ore. Come sempre, i natanti su cui s’imbarcano, partendo dalle coste di una Libia in piena crisi e dilaniata da povertà e assenza di un potere costituito efficace, corrono seri rischi nella traversata del Mediterraneo. Così è stato, purtroppo, per un gommone che è naufragato al largo delle coste di Sabratha, in Libia, prima di raggiungere l’Italia: alla fine, la Guardia costiera libica ha registrato 11 vittime.

Come riporta Repubblica.it in un articolo, non si può escludere che le nuove turbolenze provocate dal mistero sulla sorte del generale Haftar e dall’uccisione di uno dei suoi uomini più fedeli possano aver mutato gli equilibri di potere, innescando nuove fughe. I fatti: tra sabato e domenica le Ong ma anche le navi militari di Eunavformed sono intervenute in soccorso di diversi gommoni e anche di un barcone in legno a due piani, come non ne partivano da mesi, salvando 1.400 persone: circa un quarto di quante ne erano arrivate complessivamente dall’inizio dell’anno. 538, a bordo della nave Aquarius di Sos Mediterranée, sono riuscite a raggiungere il porto di Trapani, altre 93 sono state sbarcate a Pozzallo da una nave militare, e 500 sono sbarcate a Catania dopo essere state raccolte da una nave tedesca di Eunavformed; infine, 134 sono state salvate dalla Proactiva Open Arms, mentre 94 sono state salvate dalla nave Seawatch che, dopo l’ennesimo soccorso conteso con una motovedetta libica, ha avuto il permesso di recuperarle dall’acqua dove si erano gettate al grido ‘No Libia’ vedendo arrivare la guardia costiera di Tripoli. A bordo anche una mamma con un neonato di pochi mesi.

Da quando la crisi siriana ha innescato il meccanismo di fuga che ha portato decine di migliaia di migranti a sfidare le onde in cerca di un futuro migliore, Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, con il progetto Bambini in alto mare, è impegnata a costruire risposte che aiutino concretamente, nei Paesi di provenienza dei migranti e anche in Italia, coloro che nel dramma della guerra e dell’emigrazione sono i più deboli e fragili: i bambini. Sostenere questa iniziativa vuol dire tendere una mano almeno idealmente a quanti sono pronti a rischiare tutto per fuggire da conflitti, violenze e bombe. I bambini e le famiglie in fuga hanno bisogno di te per poter sperare in un futuro diverso.

Fonte: Repubblica.it