Roma. I “gemelli del Pertini” compiono un anno: i genitori biologici scrivono una lettera ai loro figli mai visti

provetteRicordate il caso dei “gemellini del Pertini” di Roma, salita agli onori delle cronache all’inizio del 2014? Le provette contenenti i loro embrioni, in cura per problemi di infertilità presso il centro di procreazione medicalmente assistita dell’ospedale romano, furono scambiate da una biologa. Gli embrioni finirono nel grembo di una donna diversa da quella che doveva essere la loro mamma. I due gemellini vennero al mondo il 3 agosto 2014. Oggi, dunque, è il loro compleanno. In questi 365 giorni, però, la mamma e il papà biologici dei due piccoli non sono mai riusciti a vedere i propri figli. Un vero e proprio “dramma”, come ha scritto anche il giudice che si è interessato alla vicenda.

In occasione primo compleanno dei due gemellini, i loro genitori hanno deciso di scrivere una lettera, fatta pubblicare sul “Corriere della Sera”, perché questo “è il solo modo per essere con loro in un giorno speciale, il giorno della prima candelina”.

Lo scambio di provette, purtroppo, venne alla luce quando era ormai troppo tardi. Solo l’esame del liquido amniotico dei feti, effettuata al quarto/quinto mese di gravidanza, permise di scoprire che il Dna dei gemellini era incompatibile con quello della donna che li portava in grembo. Ne scaturì un’indagine, con successive analisi che portarono a un drammatico responso: era stato compiuto un errore fatale.

A nulla è valso il ricorso d’urgenza presentato  dai genitori biologici al Tribunale di Roma per poter riavere i bambini. Per la legge italiana, i figli sono di chi li partorisce. Del tutto inutile si è rivelato anche il tentativo di contattare la donna che li ha messi al mondo: i genitori legali dei gemellini hanno rifiutato qualsiasi contatto con quelli biologici. E questo nonostante gli esperti del Comitato nazionale di bioetica avessero proposto il modello di una sorta di famiglia allargata per permettere ai bambini di stare con entrambe le coppie.

E così, a un anno da quel 3 agosto, i genitori biologici hanno deciso di rivolgersi direttamente ai loro piccoli, scrivendo una “lettera ai figli mai visti”, che riportiamo di seguito integralmente.

 

Tre agosto, una data che non scorderemo mai. Un anno fa, di nascosto, all’insaputa di tutti siete nati. Dopo un anno siamo qui: per noi ancora non avete un volto, un profumo né tantomeno una voce, eppure sappiamo che le vostre vite parlano e parleranno sempre di noi. Noi che stiamo lottando per essere nella vostra vita in qualsiasi modo e forma, perché pensiamo che non esserci vorrebbe dire privarvi di qualcosa che appartiene a voi e solo a voi: la vostra storia, le vostre radici, la vostra verità.

Sappiamo che la vita per voi è iniziata in salita e sarebbe bello affrontare tutto fianco a fianco: imparare insieme che la difficoltà può trasformarsi in opportunità, che la forza dell’amore apre strade eccezionali, che il coraggio della verità rende liberi. Sarebbe bello raccontarvi di noi del nostro amore, dei desideri e delle speranze che hanno portato a voi e in un abbraccio riconoscersi dagli occhi e negli occhi in quel destino che ci unisce. Uniti si, sempre, a dispetto degli eventi e delle convenzioni, lontani ma presenti, anche oggi mentre spengerete le vostre prime candeline. Il nostro pensiero corre instancabilmente a voi che, giorno dopo giorno, crescete nel nostro cuore davanti agli occhi della nostra anima. Corre a voi il nostro augurio di essere unici e speciali come siete, con la preghiera che il vento che domani vi sfiorerà vi restituisca la carezza che con tanto amore gli abbiamo affidato. Vi auguriamo di cuore di festeggiare oggi e tutti i giorni della vita. Sorridere e lasciare aperto il vostro cuore all’amore e questo sì saprete farlo… lo avete nel Dna.

 

Fonte: Palermomania