Perché, nonostante i continui sbarchi, non siamo stati ancora contattati per l’affido di un minore non accompagnato?

Buongiorno, Ai.Bi.!

Siamo una coppia molto sensibile all’emergenza rappresentata dai continui sbarchi di migranti sulle coste italiane e, in particolare, alla presenza, tra i profughi in arrivo, di tanti minori privi dell’accompagnamento dei genitori. Per questo, qualche settimana fa, abbiamo deciso di iscriverci al vostro progetto “Bambini in Alto Mare”, dando quindi la nostra disponibilità all’accoglienza di uno di questi piccoli migranti.

Apprendiamo ogni giorno di nuovi naufragi e di nuovi sbarchi sulle nostre coste. Tra coloro che arrivano ci sono sempre, stando alle fondi di informazione, dei minori non accompagnati che vengono sistemati nelle strutture di accoglienza.

Vorremmo quindi capire perché non siamo stati ancora contattati per l’affido di uno di essi e a chi ci dovremmo rivolgere per velocizzare la procedura.

Grazie,

Maddalena e Maurizio

 

MORETTICari Maddalena e Maurizio,

innanzitutto grazie per aver offerto la vostra disponibilità all’accoglienza di un minore straniero non accompagnato nell’ambito del nostro progetto “Bambini in Alto Mare”.

Il fatto che non siate stati ancora contattati per l’affido di un Misna, a poche settimane dalla vostra iscrizione al progetto, non deve sorprendervi. Sicuramente avrete compilato il modulo online presente sul nostro sito per segnalare la vostra disponibilità. A breve riceverete da parte nostra un’e-mail con la richiesta di informazioni aggiuntive: caratteristiche e composizione del vostro nucleo familiare e informazioni su vostre eventuali pregresse esperienze di accoglienza di minori, in affido o in adozione. Quindi vi si chiederà di specificare meglio il tipo di accoglienza per la quale sareste disponibili: un solo Misna, un gruppo di fratelli, un minore con disabilità, un nucleo mamma-bambino.

Il vostro nominativo sarà così inserito in un database con tutte le altre famiglie disponibili. A contattarvi sarà poi la referente della sede Ai.Bi. più vicina a casa vostra che vi inviterà a partecipare ai corsi di formazione per famiglie affidatarie. Superata questa fase, si potrà attendere il via libera per l’affidamento. È bene ricordare, comunque, che Ai.Bi. da priorità alle coppie che hanno già avuto esperienze di accoglienza.

È vero che il procedimento è un po’ lungo. Questo dipende essenzialmente da due cause. La prima è relativa al territorio in cui vive la famiglia che offre la sua disponibilità: bisogna vedere se si tratta di una zona molto sollecitata dal fenomeno migratorio e se le istituzioni locali aderiscono a una progettualità alternativa all’inserimento in centri comunitari.

La seconda causa sta nel fatto che, purtroppo, le istituzioni sembrano non credere molto in questa forma di accoglienza. Quasi sempre preferiscono ricorrere a strutture non adeguate a ospitare dei minori e spesso al collasso, piuttosto che valorizzare una risorsa già disponibile, come la famiglie.

Ma l’impegno di Ai.Bi. al fianco delle famiglie accoglienti e dei tanti minori non accompagnati a cui spetta una giusta accoglienza non si ferma. Voi, come tutte le altre famiglie del progetto, verrete certamente contattate e prese in considerazione.

A presto,

 

Diego Moretti

Area Italia di Ai.Bi.