Cina. Marzia e Francesco Lepore: “La nostra bambina è stata trovata in una culla termica, estremo gesto di rispetto per la vita. Così Sara Ning è rinata come figlia”

lepore boi cinaSara Ning oggi ha 18 mesi e dal 19 dicembre del 2015 vive in Italia, in un mondo fatto di amore e di certezze per il futuro. Quelle certezze rappresentate da mamma Marzia, papà Francesco e la loro bella e calda casa di Fiumicino, alle porte di Roma. Sono i coniugi Lepore – 49enne informatico lui e 43enne infermiera lei – che hanno attraversato il mondo per dare a Sara Ning quello che le mancava: una famiglia. Sì, perché lei, una famiglia, non l’aveva mai avuta. La sua vita è partita con la più grande tragedia a cui un bambino può andare incontro: l’abbandono. Ed è per vincere l’abbandono e restituire a Sara Ning il diritto di essere figlia che Marzia e Francesco, accompagnati da Amici dei Bambini, sono volati fino in Cina. Fino al quel primo grande abbraccio con la loro piccola.

Sara Ning è stata abbandonata poche ore dopo la nascita. Ma, fortuna nel dramma, non per strada, non in un cassonetto, non in una discarica: in una culla termica. Una scelta che, se da una parte l’ha privata dell’amore dei suoi genitori biologici, le ha anche dato la possibilità di rinascere nell’adozione.

“Tra le tante scelte diverse che la sua mamma biologica poteva compiere, ha deciso di privilegiare la vita – dice Francesco Lepore -. Ecco, per noi la culla termica è proprio questo: un gesto di rispetto per la vita. L’abbandono è sempre una scelta drammatica, ma decidere di affidare il proprio bambino a una culla termica vuol dire assicurargli un primo accudimento, delle cure sanitarie, un futuro come figlio adottivo. Insomma, vuol dire donargli un’opportunità di rinascita”.

Proprio come è successo a Sara Ming, “rinata”, appunto, come figlia di Marzia e Francesco. Un’opportunità che non avrebbe potuto avere se la donna che la mise al mondo, un anno e mezzo fa, avesse deciso di lasciarla in un luogo incustodito. Un atto che ancora migliaia di donne compiono ancora oggi, in ogni parte del mondo. Anche in Italia, dove 3mila minori vengono abbandonati ogni anno, ma solo 400 vengono salvati. Al fine di cancellare questa piaga, Ai.Bi. ha inaugurato la sua culla termica, in  provincia di Milano, nell’ambito della campagna Fame di Mamma. Una struttura protetta e sorvegliata 24 ore su 24 che garantisce l’anonimato di chi vi lascia un neonato e che ci piace definire “culla per la vita”. Perché questo è: una culla per – ovvero a favore – della vita.

Come quella che ha segnato un punto di arrivo per la storia di accoglienza dei coniugi Lepore. Una storia iniziata nel 2007 con la domanda di adozione nazionale, seguita nel 2010 da quella per l’adozione internazionale. Da quel momento – tra gioie, attese e qualche sofferenza – è cominciato il percorso che ha condotto a lei, a Sara Ming. “Ci siamo trovati in un frullatore di emozioni – ricorda Francesco – La strada è stata anche difficile, ma Ai.Bi. ci ha accompagnato donandoci sempre speranza. Come ente autorizzato è stato l’unico a offrirci la possibilità di confrontarci anche con altre famiglie adottive. Questo confronto per noi è stato un vantaggio enorme”.

Qualche giorno prima di Natale, poi, l’incontro tanto atteso. “Da allora nella nostra famiglia sono entrati tanta gioia e tanti cambiamenti – spiega ancora papà Francesco -. Abbiamo dovuto rivedere le nostre priorità, ma questa esperienza ci sta facendo crescere moltissimo.

Anche se le difficoltà non sono ancora superate del tutto. Sara Ning infatti ha un problema di salute per cui i coniugi Lepore stanno affrontando un percorso con l’ospedale “Bambin Gesù” di Roma. “Con i medici tutto bene – dicono – ma la burocrazia non ci aiuta”.