Migranti, altre 38 vittime. Ma 3 donne partoriscono sulle navi che le hanno salvate. E finalmente si avvicina l’approvazione di una legge per i minori stranieri non accompagnati

migranti-42Si nasce, ma soprattutto si muore nei viaggi della speranza che continuano a portare migliaia di migranti dal nord Africa all’Italia. E’ di 38 vittime il bilancio di 72 operazioni di salvataggio coordinate dalla nostra Guarda Costiera negli ultimi 3 giorni a favore di 27 gommoni, 5 piccole imbarcazioni e un barcone, tutti soccorsi al largo della coste libiche. Più di 11mila le persone portate in salvo. Tra loro anche tre donne che, a bordo delle navi che le conducevano in Sicilia, hanno partorito mettendo al mondo una femminuccia e 2 maschietti. Oltre a loro, sono sbarcati in Italia circa altri 100 minori, la metà dei quali arrivati senza adulti di riferimento, tutti tra i 15 e i 17 anni. Ragazzi che vanno a incrementare la schiera dei minori stranieri non accompagnati per la cui accoglienza, in Italia, ancora non esiste una legge specifica. A questo proposito, però, dal Parlamento arrivano notizie incoraggianti: l’iter per l’approvazione del disegno di legge Zampa sta finalmente facendo qualche passo in avanti.

Con l’arrivo dell’autunno e l’imminente peggioramento delle condizioni del mare, gli scafisti organizzano gli ultimi traffici e moltiplicano le partenze e i loro carichi umani. La regola è sempre quella: chi paga di meno sale per primo e finisce nella stiva, schiacciato all’inverosimile tra migliaia di altri migranti. Così hanno perso la vita 22 tra uomini e donne, i cui cadaveri sono stati trovati, accatastati in posizioni assurde, dai soccorritori all’interno di un barcone da pesca: morti dopo una lunga agonia, senza aria e schiacciati dal peso delle altre persone sopravvissute alla tragedia. Sale così a quota 3.549 la conta delle vittime delle traversate del Mediterraneo in questo 2016, l’anno nero delle migrazioni.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati aggiorna anche il bilancio degli sbarchi. Dal 1° gennaio sono 313.049 i migranti giunti in Europa via mare, 141.860 quelli arrivati in Italia. Il 28% di questi sono minorenni. Tra loro ci sono anche i piccoli nati a bordo della nave che li conduceva in salvo in Sicilia. Uno è il figlio di Gede, 20enne eritrea, che ha attraversato mezza Africa con il suo bambino in grembo, sperando di poter partorire una volta al sicuro. Ma il piccolo ha avuto fretta ed è venuto al mondo sulla nave Dattilo al largo di Catania. Ora mamma e figlio sono in un ospedale della città etnea. Nella loro stessa camera c’è una compagna di traversata che sta per partorire il suo secondo bambino. Simile la storia di Asabe, 26 anni, nigeriana. Anche lei in viaggio con il pancione. Giusto il tempo di salvarla dal barcone e le sono iniziate le doglie. Anche lei e la sua bambina si trovano ora in ospedale, questa volta a Palermo.

È anche per le mamme sole con i loro piccoli che Amici dei Bambini porta avanti la campagna Bambini in Alto Mare per un’accoglienza giusta dei migranti più fragili. Con la promozione dell’affido famigliare e la realizzazione di strutture di accoglienza in contesti famigliari, Ai.Bi. si impegna ogni giorno nel garantire la sicurezza e un futuro di speranza alle mamme sole con figli piccoli e ai minori stranieri non accompagnati. Per aiutarci in questa difficile missione, puoi effettuare una donazione online oppure un versamento libero al ccp 3012.

Nel frattempo di minori stranieri non accompagnati si è finalmente discusso alla Camera. Mercoledì 5 ottobre la commissione Affari Costituzionali di Montecitorio ha votato buona parte degli emendamenti al disegno di legge che prevede anche la regolamentazione dell’affido dei giovanissimi migranti soli, presentato a ottobre 2013 dalla deputata Sandra Zampa del Partito Democratico. Che ora si dice ottimista: “Credo che entro la fine dell’anno potremo arrivare a Palazzo Madama – ha detto -. Il problema, certo, è che oggi o fra due mesi sarà comunque sempre troppo tardi. Per tutto quello che potevamo evitare a questi minori, che sono vittime innocenti, e per tutto quello che potevamo evitare anche al nostro territorio”. Effetti di un blocco di 3 anni per discutere un ddl relativo a quella che è giudicata da tutti un’emergenza.

 

Fonti: Avvenire, La Stampa