Minori stranieri non accompagnati. È ancora utopia l’affido internazionale?

Gentile Ai.Bi.,

leggo sempre con molto interesse e ormai quasi con drammatica rassegnazione le notizie sui migranti che sbarcano ogni giorno sulle nostre coste. Tra loro sono sempre più numerosi i bambini che arrivano anche da soli, dopo un viaggio terribile affrontato senza genitori, e si trovano in un Paese straniero (non sempre accogliente), non avendo nessuno che si prenda cura di loro.

Vi scrivo perché vorrei fare qualcosa per questi bambini. In particolare, vorrei chiedervi se sia possibile prenderne in affido uno. So che l’istituto dell’affido internazionale ancora non esiste, ma vorrei capire se si possa comunque fare delle eccezioni e accogliere un piccolo migrante. A questo proposito, vorrei capire anche se sia possibile richiedere ai Tribunali o ai Servizi sociali l’affido sine die di uno di questi minori, che non è giusto che, dopo un eventuale periodo in famiglia, si ritrovi di nuovo solo al mondo.

Grazie per le informazioni,

Flavia

 

MORETTICara Flavia,

in Italia l’affido internazionale non è ancora regolamentato, ma nell’ultimo periodo si sono registrati degli importanti passi avanti in fatto di tutela dei minori stranieri non accompagnati, ovvero quei migranti minorenni che arrivano sulle nostre coste senza adulti di riferimento che si prendano cura di loro. Il 25 ottobre, infatti, la Camera dei Deputati ha finalmente approvato il disegno di legge presentato dalla deputata Sandra Zampa più di 3 anni fa: un ddl unico a livello europeo che, tra le diverse novità in materia di accoglienza dei giovanissimi migranti soli, prevede anche la priorità all’affido famigliare rispetto al collocamento in strutture e comunità. Ora il ddl passa all’esame del Senato con l’obiettivo di arrivare entro la fine del 2016 al via libera definitivo.

All’articolo 7, il testo base della proposta di legge afferma: “Gli enti locali promuovo la sensibilizzazione e la formazione di affidatari per favorire l’affidamento familiare dei minori stranieri non accompagnati, in via prioritaria rispetto al ricovero in una struttura di accoglienza”.

In questo modo si potrà finalmente prendere in considerazione la generosità di migliaia di famiglie italiane come la sua, che si sono dette disponibili ad aprire le porte ai minori stranieri non accompagnati. L’affido permetterà a questi ultimi di ricevere un’accoglienza davvero a misura di minore, con l’affetto e il calore che solo una famiglia può assicurare, con ricadute positive anche sul processo di integrazione dei giovani migranti in Italia. Fino a oggi, invece, lo Stato ha continuato a collocare quasi sempre i minori stranieri non accompagnati nei grandi centri di assistenza, perennemente al collasso, in condizioni di promiscuità con gli adulti. Con il risultato che molti di questi ragazzini scelgono la fuga e rischiano di finire nel tunnel dell’illegalità. Solo nel 2015, almeno 5mila minori stranieri soli hanno fatto perdere le loro tracce. Negli scorsi anni, qualche affido è stato realizzato, come dimostrano le vicende di alcuni giovani migranti accolti da famiglie legate ad Ai.Bi., ma si tratta purtroppo di casi sporadici, legati all’impegno delle associazioni del Terzo Settore, quasi mai sostenuti dalle istituzioni.

L’articolo 7 del ddl assegna anche agli enti locali il compito di sensibilizzare e formare le famiglie affidatarie e prevede l’istituzione presso ogni Tribunale per i Minorenni di appositi elenchi di tutori volontari disponibili ad assumere la tutela dei giovani migranti soli.

Infine due precisazioni. Nella sua lettera parla più volte di “bambini” e di “piccoli migranti”. È necessario tenere presente che, pur essendoci sempre più bambini anche molto piccoli tra i migranti minorenni che sbarcano in Italia, la maggior parte dei minori stranieri non accompagnati è costituita da adolescenti con un’età media tra i 14 e i 17 anni.

Seconda precisazione: l’affido sine die non è previsto dalla legge. Le normative in materia affermano che l’affido famigliare debba avere una durata di 2 anni, eventualmente prorogabili per un altro biennio, ma sempre “accompagnati” da un progetto specifico per il minore, per il quale l’affido deve essere una soluzione temporanea.

Un caro saluto,

 

Diego Moretti

Area Italia di Ai.Bi.