Posso portare in deduzione le spese sostenute per l’iter adottivo anche se alla fine non adotto?

Egregio direttore,

avrei bisogno di un’informazione di carattere fiscale in relazione alle adozioni internazionali. Mi rivolgo a voi sapendo che Ai.Bi. è una delle organizzazioni italiane del settore con maggiore esperienza e con un alto numero di coppie seguite nelle procedure adottive.

Io e mia moglie abbiamo avviato le pratiche per l’adozione di un figlio da un Paese straniero, ma non sappiamo ancora se l’esito del nostro iter sarà positivo oppure no. A prescindere da questo, però, le spese che stiamo sostenendo sono piuttosto ingenti.

Abbiamo saputo che, almeno in parte, gli esborsi per le pratiche adottive sono deducibili in sede di dichiarazione dei redditi. Per poter beneficiare di questa deduzione, è necessario che la procedura abbia avuto un esito positivo?

Grazie per le informazioni,

Pietro

 

CRINO-21Gentile Pietro,

ricordo innanzitutto che, ai fini Irpef, è deducibile il 50% delle spese sostenute dai genitori adottivi per l’espletamento della procedura di adozione internazionale di minori stranieri. Lo prevedono le disposizioni contenute negli articoli 29-30quater della legge 184/1983 (articolo 10, comma 1, lettera i-bis, Tuir).

La possibilità di usufruire della deduzione è prevista a prescindere dall’effettiva conclusione della procedura e indipendentemente dall’esito di quest’ultima. Non è quindi necessario avere acquisito lo status di genitori adottivo.

Pertanto l’espressione utilizzata dal legislatore per individuare i soggetti destinatari della deduzione (“spese sostenute dai genitori adottivi”) deve essere interpretata come “spese sostenute dagli aspiranti genitori adottivi, che abbiano intrapreso la procedura di adozione internazionale di minori stranieri”, così come sancito dalla risoluzione 77/E del 28 maggio 2004.

Resta fermo, in ogni caso, che per usufruire legittimamente della deduzione, è necessario che ricorrano tutte le condizioni e che sussistano tutti gli ulteriori requisiti di legge.

Un cordiale saluto,

 

Antonio Crinò

Direttore generale di Ai.Bi.