Congo. L’Adozione a Distanza che ha fatto incontrare due mamme: Sara ed Eshe hanno lottato e hanno vinto la fame e la povertà.

Dove la terra da troppi anni si tinge di tramonti e sangue, di fango e lacrime la storia di Roho e Jamila è l’esempio di come l’Adozione a Distanza può cambiare due vite. Una è quella di Sara.

La storia di Roho e Jamila, dei loro due fratelli maggiori e di mamma Eshe è senza sipario e si svolge in una terra lontana, dove da troppi anni i tramonti si tingono  di sangue, fango e lacrime. Eshe ha visto la guerra portarle via il marito, arruolato nelle milizie congolesi, e in un istante si è trovata sola, a  farsi carico della sua famiglia. Tante le bocche da sfamare, eppure per tanti anni non ha perso la speranza.

Lungo è stato il tempo in cui Eshe, ogni mattina, ha raccolto avanzi di frutta e verdura al mercato locale, pur di tenere con sé le sue creature e finché Jamila, il più piccolo, non si è ammalato. Se fosse stato uno dei nostri figli ci saremmo sentiti sollevati alla notizia di un virus intestinale, ma in Congo di dissenteria si muore, ogni giorno, tutti i giorni.

Un bambino su cinque muore prima di compiere cinque anni e la diarrea è la seconda causa di morte infantile, perché debilita e senza idratazione immediata, acqua pulita e cibo sano presta il fianco ad infezioni e virus letali.

Costretta dalla solitudine e angosciata dall’impossibilità di prendersi cura dei propri pargoli, Eshe ha preso la sua decisione: si sarebbe separata da Roho e Jamila, i figli minori, affidandoli ad un istituto, il Centro FED, a pochi chilometri da Goma e ai cuori generosi della gente che, da qualche parte, dove altri meridiani e paralleli si intersecano, battono di amore.

Gli occhi di Roho e Jamila hanno chiesto perché, ma la voce di mamma Eshe non è voluta uscire.

Tempo dopo, qualcuno ha letto la loro storia e, come per magia (d’amore), anche i fratelli maggiori di  Roho e Jamila hanno smesso di mangiare frutta in putrefazione. Sono spariti mal di pancia e debolezza.

E quel qualcuno, a migliaia di chilometri di distanza, si chiama Sara. “Sono mamma di due figli pressappoco della loro età. Marta ha sei anni e Paolo ne compie quattro il mese prossimo. Jamila e Roho potrebbero essere i miei figli. Mi sono immedesimata nella loro storia e nelle sofferenze di Eshe, sola, con quattro figli in un paese difficile … “ scrive Sara. 

è bastato poco perché l’amore di mamma Sara riempisse il cuore e la pancia di Eshe e i suoi quattro figli dando loro la speranza in un futuro possibile.

Sara ha adottato a distanza Roho e Jamila.

In punta di piedi è entrata nelle loro vite e si è lasciata invadere dalla gioia che solo un bambino può dare. Dopo poco tempo gioiva della loro crescita e osservava con ammirazione i loro disegni, scrutando la loro vita da lontano, ma vicina con il cuore.

Grazie all’ Adozione a Distanza, alle cure di Sara e al suo amore oltre ogni confine, Roho e Jamila sono stati coinvolti in un progetto di reinserimento familiare; mamma Eshe ha avuto modo di trovare un lavoro, una piccola attività che le consente di avere una fonte di reddito sicura, con la quale si prende cura di se stessa e dei suoi figli, che finalmente può abbracciare ogni giorno, perché Roho e Jamila sono a casa, vivono con la loro mamma e i loro fratelli.

è una persona buona e le sono molto grata per quanto ha fatto per noi. Sono grata agli operatori che si sono presi cura dei miei figli più piccoli e di tutti noi. Da sola non avrei potuto curarli né mandarli a scuola. Mio figlio Roho forse ora non sarebbe più qui, è stato molto male …” a raccontarcelo è Eshe mentre tiene per mano i suoi  quattro figli, come fossero quasi un estensione “naturale” del suo braccio.

è così che due vite si sono incontrate e arricchite reciprocamente in una grande storia d’amore capace di alleviare sofferenze e restituire il futuro a chi ha già perso l’infanzia.