Martedì 18 settembre. A Palazzo Madama prima riunione dell’intergruppo parlamentare per la famiglia.

Avviati i lavori del primo gruppo interparlamentare per la famiglia riunitosi per la prima volta nella serata di ieri, 18 settembre, presso Palazzo Madama. Più di 70 i parlamentari presenti. A rappresentare il mondo delle adozioni internazionali c’era Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Amici dei Bambini.

Dopo la conferenza stampa di presentazione dell’intergruppo parlamentare per la famiglia, tenutasi ieri mattina, 18 settembre, presso la Sala Nassirya del Senato, in serata, presso la Sala della IV Commissione di Palazzo Madama alla presenza di oltre 70 parlamentari si è tenuta la prima riunione operativa dell’intergruppo.

Promosso dal Comitato Difendiamo i Nostri Figli, all’intergruppo parlamentare per la famiglia hanno aderito in modo trasversale molti parlamentari della maggioranza e dell’opposizione.

Al centro del “confronto interparlamentare”  e di questa prima riunione il tema della  famiglia, della vita e della libertà educativa.

A rappresentare il mondo delle adozioni internazionali c’era Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Amici dei Bambini, che ha affrontato la crisi dell’adozione internazionale partendo dal dato reso noto solo pochi giorni fa dalla Commissione per le adozioni internazionali: solo il 50% delle coppie che hanno concluso l’iter adottivo nel periodo 2012 -2017 hanno presentato istanza di rimborso delle spese sostenute entro i termini di scadenza.

Su 11.138 famiglie adottive interessate  D.P.C.M. del 3 maggio 2018 –  ha dichiarato la Commissione in una nota pubblicata sul sito lo scorso 14 settembre – sono poco più di 6mila le richieste di rimborso pervenute entro la data di scadenza del 16 luglio scorso.

Un dato questo che sembrerebbe confermare il clima di sfiducia delle famiglie italiane nei confronti delle adozioni internazionali e delle autorità preposte. Una “disfatta” inimmaginabile fino al 2010 – l’anno record per le adozioni internazionali in Italia, quando 4130 minori trovarono una famiglia.

Un sentimento di  “disillusione” che stride con i 140 milioni di minori orfani che crescono senza famiglia, da una parte, e 5 milioni e 430mila coppie sposate eterosessuali senza figli, con 3 milioni di coppie sterili in Italia, dall’altra: numeri che sembrerebbero destinati a favorire un incontro reciproco e a rilanciare la grande officina dei miracoli dell’adozione internazionale.

Complice del calo d’interesse per le adozioni internazionali in Italia è sicuramente il ricorso alla fecondazione assistita che, oggi, pare essere il sistema più usato per tentare di avere un bambino per quelle coppie che non hanno possibilità di generarlo naturalmente. Un ‘accanimento terapeutico’ che può durare diversi cicli di bombardamento ormonale, senza tener conto dei rischi per la salute delle donne e le ansie e le sofferenza che esso provoca nelle molte coppie che, nonostante i ripetuti tentativi, non riescono a ottenere il risultato sperato e si decidono, poi, per il percorso dell’adozione.

Nonostante la delusione di questi anni e il calo delle domande di adozione, Griffini si è detto è fermamente convinto che c’è ancora spazio per un rilancio delle adozioni internazionali grazie ad un rinnovato impegno della politica e delle autorità preposte che restituisca fiducia alle famiglie italiane che ancor credono nell’adozione. A testimonianza di questa volontà di ricominciare a credere nelle adozioni c’è il desiderio di quanti accolgono i minori per le vacanze adottive di poter adottare il minore ospitato, quando adottabile.

Il tema della crisi della adozione internazionale e della necessità di un suo rilancio è tornato più volte in tutti gli interventi dei presenti.