Adozioni. Abbiamo rifiutato l’abbinamento e l’ente ha revocato l’incarico. È legale?  

Buongiorno,

l’ente autorizzato che segue la nostra procedura adottiva ha revocato il nostro incarico a seguito del rifiuto da parte nostra di un abbinamento. Secondo voi è legale?

Confidiamo in un vostro riscontro,  grazie

Saluti

Enzo e Martina

 

Gentili Martina e Enzo,

innanzitutto permetteteci di ribadire che l’adozione ha come obiettivo fondamentale quello di trovare una famiglia per i bambini abbandonati e in questo senso il “contratto” tra le coppie e gli enti autorizzati è solo uno strumento.

Nel caso di rifiuto di un abbinamento, quindi, come in tutti gli altri passaggi e fasi dell’accompagnamento nell’iter adottivo, i veri protagonisti sono e devono essere soltanto i bambini.

Per giungere ad un abbinamento c’è dietro un gran lavoro, non solo dell’ente italiano che accompagna le coppie nella procedura all’estero, ma soprattutto delle stesse autorità estere che hanno la responsabilità sui bambini adottabili. C’è infatti un lavoro di scelta delle coppie e di preparazione del bambino. Queste fasi si svolgono in maniera differente a seconda del Paese di origine degli stessi bambini.

Dai pochi elementi che ci fornite non siamo in grado di capire come si siano svolti i fatti né in quale fase abbiate rinunciato all’abbinamento, né soprattutto le ragioni e motivazioni di questo vostro “rifiuto.

Certo è che l’ente autorizzato ha il dovere di segnalare il rifiuto di un abbinamento alle autorità competenti e che queste potrebbero anche decidere di riavviare le verifiche circa la permanenza della idoneità, quindi, in ogni caso è normale che il rifiuto di un abbinamento abbia sempre delle conseguenze sulla durata e lo svolgimento stesso dell’iter adottivo che sfuggono comunque al controllo dell’ente autorizzato.

Se il minore segnalato era ad esempio in sintonia con le previsioni del vostro decreto di idoneità e con le disponibilità che avevate dato, allora il rifiuto potrebbe essere immotivato e, oltre alla segnalazione, la revoca del mandato ha un senso in quanto il mandato stesso è comunque un contratto improntato sulla fiducia delle parti: coppia e ente.

Bisogna inoltre tener conto di altre conseguenze legate al rifiuto di un abbinamento, che variano a seconda delle “fasi” in cui la rinuncia interviene. Ad esempio, va valutato se vi siano conseguenze per i bambini che erano stati preparati e avvisati dell’esistenza della coppia come futura famiglia.

Infine, essendo le adozioni frutto della collaborazione e cooperazione tra due Paesi, la situazione influisce nel delicato equilibrio delle relazioni diplomatiche tra due Paesi spesso membri di una precisa Convenzione o di Accordi bilaterali che prevedono compiti e responsabilità. In questo quadro ci sono delle conseguenze anche sul lavoro dell’ente in quel Paese.

Cordiali saluti,
Staff Ai.Bi.