Assegno unico per ogni figlio: esteso fino a 21 anni ma con un contributo più “magro”

Per velocizzare l’iter parlamentare ripresa una proposta di legge del 2018 a firma Del Rio e Lepri

Con l’agognato semaforo verde del Consiglio dei ministri alla legge delega “Family Act” dello scorso 11 giugno, è arrivato anche il via libera all’assegno unico per ogni figlio varato dal ministro della Famiglia, Elena Bonetti. Rispetto alle anticipazioni della vigilia, tuttavia, vi sono delle novità rispetto a quanto era stato anticipato in precedenza, anche dallo stesso ministro. Nel frattempo, per velocizzare il percorso di approvazione, si è scelto di utilizzare un testo già inserito nei canali dei lavori parlamentari: si tratta della proposta di legge firmata, a giugno del 2018, dai parlamentari Del Rio e Lepri del Partito Democratico, che è stata emendata.

Assegno unico per ogni figlio: testo approdato alla Camera

Con le nuove modifiche, il testo è attualmente approdato alla Camera e sta prendendo corpo con alcuni dettagli inediti. Relativamente all’assegno, la principale tra queste è che il contributo non coprirà solamente i figli minorenni, ma arriverà fino al 21esimo anno di età e senza alcun limite, invece, per i figli disabili.

A richiederlo potranno essere i cittadini italiani ma anche gli stranieri comunitari ed extra-comunitari purché rispettino cumulativamente quattro condizioni: quella di avere il permesso di soggiorno (per soggiornanti di lungo periodo o per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale); quella di pagare l’Irpef in Italia, senza limitazioni; quella di vivere con i figli a carico in Italia; quella di essere stato o essere residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato ma di durata almeno biennale.

Assegno unico per ogni figlio: contributo da 200 euro?

Se quella dell’estensione dell’assegno unico fino ai 21enni può apparire come una notizia positiva, ce n’è anche una negativa. La versione originaria del testo di legge, infatti, parlava di una cifra di 240 euro come massimale per il bonus. Le cifre, ora non vengono specificate ma parrebbe che le intenzioni siano quelle di avvicinarsi al modello tedesco, fissando così un tetto massimo di 200 euro, per le famiglie con l’ISEE più basso, con una seconda fascia intorno ai 180 euro e una terza fascia con una cifra ancora più ridotta.