Assegno unico: da luglio arrivano le prime misure ponte. Fino a 167,5 euro per figlio

Non è ancora la misura “epocale” promessa, che arriverà a gennaio 2022, ma l’assegno unico inizia a muovere i primi passi, allargando la platea degli aventi diritto e aumentando gli importi per chi già riceve dei contributi

Non sarà la rivoluzione promessa (ma ormai si sapeva…) ma è senza dubbio un inizio: dal 1 luglio l’assegno unico universale per le famiglie comincia a muovere i suoi primi passi.

Assegno unico: le misure “ponte” in attesa di gennaio 2022

Dopo i primi annunci, come noto, il via della riforma è stato spostato al 2022, per avere modo di predisporre tutti i decreti attuativi che stabiliscano i criteri effettivi per l’erogazione dell’assegno e il calcolo dell’importo.
Come anticipato, però, già a partire da luglio saranno attive alcune misure “ponte” destinate ad aumentare la platea degli aventi diritto ai contributi per i figli e a provare ad aumentare un po’ gli importi per chi già ne riceve.

Assegno unico: gli importi da luglio 2021

Secondo le ultime indicazioni, al momento non verranno toccate le detrazioni in busta paga, che rimarranno in vigore fino a gennaio. Per quanto riguarda gli assegni, per chi fino a oggi non percepiva nulla (inattivi, lavoratori autonomi, percettori di Reddito di Cittadinanza, ecc.) l’importo viene calcolato unicamente in base all’ISEE e può arrivare a un massimo di 167,5 euro per i primi due figli, con una maggiorazione del 30% dal terzo figlio in poi.

Indicativamente, gli importi possono arrivare a 167,5 euro per famiglie con un figlio, 355 euro per famiglie con due figli, 653 euro con tre figli. Questo per chi ha un Isee al di sotto dei 7 mila euro. Gli importi si dimezzano, all’incirca, per Isee intorno ai 15 mila euro e arrivano a 30 euro al mese per Isee superiori a 40 mila. Dai 50 mila gli aiuti si azzerano.
Il limite d’età dovrebbe rimanere quello dei 18 anni.

Per le famiglie che già godono degli assegni (i lavoratori dipendenti), invece, dal primo luglio gli importi dovrebbero crescere di 37,5 euro a figlio, per i primi due, e di 70 euro a figlio, dal terzo in poi.
A queste misure, si somma il contributo aggiuntivo di 50 euro al mese per i figli disabili

Non sarà ancora la “riforma epocale” promessa, ma sicuramente è un segno concreto che qualcosa si muove in direzione delle famiglie.