MONGOLIA: UN’ALTRA ATTESA INUTILE

Vi raccontiamo oggi la storia – drammatica- di G., una splendida bimba  di quattro anni che vive presso l’Istituto  Kindergarten 58. La madre della piccola è sospettata di omicidio nei confronti della figlia maggiore, peraltro disabile , cosi come anche di una coppia di anziani negozianti, ossia è accusata di triplice omicidio. La madre,  ad oggi, e’ irreperibile.

E’ evidente come, davanti ad una situazione cosi drammatica e compromessa, l’unica possibilità per questa bambina sia l’adozione, nazionale od internazionale. Secondo la legge mongola, tuttavia, visto che la madre non e’ stata ancora condannata (poiche’ non trovata), e’ necessaria la sua firma affinche’ la bambina possa essere dichiarata adottabile. Siamo davanti ad un paradosso: una madre biologica, accusata di triplice omicidio, che ha nonostante tutto voce in capitolo sulla vita della piccola, che nel frattempo passa gli anni della sua infanzia in Istituto, senza ricevere mai visite, dato che nessun parente e’ mai venuto a chiedere di lei.

Ebbene, anche di fronte a  situazioni di questo genere, notiamo come-ancora una volta- le Istituzioni Mongole che dovrebbero essere preposte a garantire la soluzione migliore per il bambino ed il suo diritto di vivere in famiglia continuino invece a  temporeggiare,  non dando e nemmeno cercando una soluzione definitiva al minore,  come potrebbe essere appunto quella dell’ adozione.

Abbiamo deciso di raccontarvi questa storia senza spirito polemico ne tantomeno per intristirvi, ma con la speranza che storie come queste invitino tutti ad una riflessione profonda sul rispetto dei diritti dei minori, essendo da stimolo per noi per continuare a lavorare con tanta passione a questo obiettivo.