Mongolia: Il festival del Naadam: cuore della cultura mongola tra tradizione e turismo

Mentre proseguono le attivita’ dei nostri progetti, di cui vi daremo a breve nuovi aggiornamenti, approfitto di questa news per raccontarvi qualcosa in piu’ sulla Mongolia e le sue tradizioni.

Dall’11 al 13 luglio, infatti, si e’ svolta la tradizionale festa del Naadam, la piu’ importante festa popolare che affonda le sue radici nella lontana epoca di Gengis Khan, fu a lungo sospesa durante gli anni dell’occupazione cinese e rivide poi la luce del 1921 cominciando ad assumere anche un significato politico di ricordo dell’anniversario rivoluzione.

Il Naadam e’ un misto tra manifestazione sportiva e festa popolare. Durante i tre giorni, infatti,  si svolge una sorte di olimpiade nazionale delle tre disciline storiche: lotta, tiro a segno e corsa dei cavalli. Recentamente ne e’ stata aggiunta una quarta, il lancio delle ossa di pecora, nella quale l’autista di Ai.Bi. Mongolia e’ campione… inutile quindi dire che tutto lo staff e’ accorso a fare il tifo per lui!

Le competizioni assumono pero’ anche un carattere rituale, seguono infatti precisi schemi e procedure, gli atleti vestono gli abiti tradizionali e la stessa premiazione, durante cui viene proclamato l’uomo piu’ forte della Mongolia (il vincitore della lotta), assume il carattere di una rievocazione storica. Inoltre attorno allo stadio, alla radura dove si svolge la corsa dei cavalli e nelle altre grandi piazze di Ulaan Baatar vengono allestiti banchetti con giochi ed esibizioni di oggetti artigianali e vengono preparati i piatti tipici della cucina nomade.

Il Naadam viene celebrato in tutto il Paese, ma e’ la capitale ad ospitare gli eventi piu’ importanti e per questo attira fin dalle settimane precedenti un gran numero di persone, compresi i nomadi del Gobi che spostano gli accampamenti ai margini della citta’ e popolano poi le vie del centro in sella ai loro cavalli.

Si tratta quindi di giornate speciali che tutti attendono in trepidazione. Sono giornate in cui si fa memoria di un passato glorioso e a volte un po’ mitizzato e si guarda con fiducia ad un futuro sempre piu’ prospero.

Queste giornate attirano da qualche anno un gran numero di turisti da tutto il mondo, desiderosi di immortalare con le loro macchine fotografiche scene che sembrano provenire da un libro di storia medievale e scorci di una societa’ che ancora riesce a vivere con naturalezza antiche tradizioni. Per chi come me proviene da lontano il Naadam offre sicuramente la possibilita’ di immergersi nel cuore della cultura mongola, anche se ci si accorge che molte cose non potranno mai essere realmente comprese da coloro che non hanno nomadi non sono.

Nonostante le comitive dei turisti, il festival rimane ancora oggi una celebrazione strettamente sentita dai Mongoli, che acconsentono a “mostrarla” ai curiosi, senza pero’ comprometterne il vero valore. La speranza e’ ovviamente che questa tradizione possa continuare sempre ad essere portata avanti in modo cosi’ vero, senza diventare un prodotto commerciale, ma rimanendo un pezzo di storia vissuta e tramandata di generazione in generazione.