Organizziamo una bella marcia su Roma: la legge sull’adozione non deve morire in un cassetto!

 

Buongiorno,

mi chiamo Michele e leggo sempre il vostro sito e le vostre notizie sull’adozione internazionale.

Ho visto il vostro spot sull’adozione e letto il Manifesto… che dire? 48 mesi per avere un figlio? Siete stati sin troppo buoni, la realtà è che in molti casi ne occorrono molti di più! Secondo me, i veri problemi non sono solo dell’Italia ma manca una diplomazia sovranazionale che si occupi davvero ed esclusivamente  dei rapporti con gli Stati esteri e che risolva tempestivamente ogni possibile blocco dell’iter adottivo. Penso ad esempio al Mali: in cambio dell’aiuto alla missione sono state richieste al governo del Mali contropartite di ogni genere. Nessuno ha mai pensato di inserire, tra queste contropartite, anche l’obbligo di cambiare immediatamente la loro norma interna che ha comportato il blocco delle adozioni internazionali. Io ritengo che sarebbe utile che la proposta di legge non muoia nel cassetto e sarebbe, quindi, utile, anche una bella manifestazione a Roma (di Sabato o di Domenica) con la quale chiedere a gran voce di cambiare la legge.

Nella mia storia hanno avuto il coraggio di dire a mia moglie che la sua giovane età (27 anni) era un problema e non un vantaggio. Il decreto lo abbiamo ottenuto ma se penso a come hanno cercato di scoraggiarci in tutti i modi mi viene il disgusto.

Uniamoci!!

Michele

 

 

Irene-BertuzziCaro Michele,

ci sono decisamente ancora tante cose che non funzionano nel campo dell’adozione internazionale sia in Italia che all’estero.

D’accordo con Lei che il versante italiano è solo una parte del problema, ma intanto cominciamo a risolvere o almeno a tentare di modificare almeno quello cambiando la legge attuale. Per quanto riguarda la parte estera le difficoltà sono ancora più grandi. Non esiste un sistema Italia nella sua completezza: gli enti spesso si muovono in modo autonomo per risolvere i problemi; molti dei nostri consolati o ambasciate vivono con fastidio l’occuparsi di adozione internazionale. Ci sarebbe davvero la necessità di una rappresentanza a  presenza fissa, a livello diplomatico, che si occupi di adozione internazionale intervenendo di volta in volta quando ci sono difficoltà e problemi da risolvere.

La sua proposta di una marcia su Roma potrebbe essere una prima, grande manifestazione per svegliare tanti animi intorpiditi.

 

Irene Bertuzzi

Area Adozioni Internazionali di Ai.Bi.