SaD: perché mandare a tutti i sostenitori la foto di uno stesso bambino?

E’ successo sia a me sia a una mia amica. Parlando con una conoscente ci siamo rese conto di essere sostenitrici della stessa bambina. Risultato?

Entrambe ci siamo sentite truffate e non abbiamo più mandato il nostro contributo. Chi ci rimette sono solo i più piccoli e i più indifesi. La domanda che mi faccio è: ma queste persone davvero ci tengono ai bambini?

Perché mandare a tutti i sostenitori la stessa foto? Speriamo che prima o poi le adozioni a distanza vengano regolamentate perché già i bambini ne subiscono tante… Se poi devono essere anche strumentalizzati, allora siamo allo schifo. Grazie.

 

 

redazioneCara Elena,

è vero, i bambini abbandonati già soffrono una ferita terribile. Per questo occuparsi di loro richiede la massima cura, delicatezza, sensibilità. Ma soprattutto richiede la massima serietà.

Un sostenitore che decide di aiutare uno di loro, non regala soltanto denaro, ma la consapevolezza di una relazione: avere qualcuno che pensa a noi, anche a distanza, fa sentire un po’ meno soli. Per questo Ai.Bi. da tempo promuove un vero cambiamento di mentalità rispetto al sostegno, a cominciare dal nome: Ssd, ovvero Sostegno Senza Distanza, dove è proprio quel “senza” che fa la differenza. Ogni donatore è abbinato a un solo bambino, con cui costruire nel tempo un rapporto, fatto di lettere, di telefonate, di pensieri, di affetto scambiato anche attraverso la mediazione linguistica dei nostri operatori Ssd, che lavorano sul Paese.

Ma la serietà non è solo una scelta di Ai.Bi., è un obbligo e, in quanto tale, deve diventare legge.

Per questo, proprio nel mese di settembre, ribattezzato da Amici dei Bambini Settembre Senza Distanza,  la nostra associazione presenterà un Manifesto di riforma, perché siano poste le basi per una normativa che regolamenti inderogabilmente il Sad (Sostegno a Distanza).

Sarà una legge vincolante per tutte le organizzazioni che vogliono continuare ad aiutare i bambini tramite questo prezioso strumento. Che non è – meglio chiarirlo una volta per tutte – una semplice donazione continuativa, ma la responsabile partecipazione a un progetto che è insieme cooperazione, educazione allo sviluppo e una forma di solidarietà e conoscenza reciproca fra due persone e due Paesi.

Saluti

Ufficio Stampa di Ai.Bi.