Vorremmo prendere un bambino in affido, ma a quanto dobbiamo rinunciare?

Mi chiamo Stefano, con mia moglie Daniela da qualche tempo stiamo valutando la possibilità di proporci per l’affido familiare ai nostri servizi sociali. Non abbiamo figli e conduciamo una tranquilla e libera vita di coppia ormai da 6 anni. E’ vero che accogliere un bambino in affido significa perdere la tranquillità? Mia moglie dovrebbe lasciare il suo lavoro di insegnante di scuola materna?

Stefano

 

PELLINICari Daniela e Stefano,

cercate di cambiare il punto di vista: se invece di pensare di perdere la tranquillità, voi pensaste che la vostra quotidianità diventerebbe vivace, briosa e imprevedibile, ecco che non avreste il minimo dubbio nel candidarvi per l’accoglienza familiare temporanea!

Ogni bimbo che entra in famiglia, comunque arrivi e a qualunque età, porta con sé una ventata di novità; occorre ricercare nuovi equilibri affettivi e nuove abitudini quotidiane; occorre trovare nuove regole di convivenza e accettare di dover fare alcune rinunce.

Un bimbo affidato, oltre ai sui bisogni contingenti, porta con sé la sua storia faticosa e il legame con la sua famiglia d’origine.

Anche gli impegni pratici con l’accoglienza familiare temporanea aumentano: incontri con i servizi sociali, gli accompagnamenti all’incontro con i genitori biologici se previsti, eventuali terapie del bimbo, gli incontri con le famiglie dell’associazione a cui ci si affidati e con gli operatori di questa …

Certo è complicato a volte far quadrare tutto, ma basta non crearsi aspettative e accogliere tutto ciò che di bello questi bimbi sanno donare senza concentrarsi solo sulle difficoltà. La ricerca della tranquillità, cosa di cui i bambini in affido hanno assolutamente bisogno, spetta a noi genitori affidatari.

Daniela, se vorrà, potrà continuare a lavorare: quante famiglie oggi con papà e mamma lavoratori crescono serenamente, non è questo che farà la differenza. La normativa prevede comunque agevolazioni per ottenere permessi di lavoro anche per i genitori affidatari.

Ciò che importa sarà la capacità di accogliere un bimbo per quello che è, ma il solo fatto che voi lo desideriate vi rende abili a ciò.

Tanti auguri

Cristina Riccardi

Membro del consiglio direttivo di Ai.Bi. con delega all’accoglienza familiare temporanea