Il nobel per la pace alla famiglia adottiva? Non ha senso!

Buongiorno,

mi chiamo Lorenza, ho 46 anni e ho letto la notizia pubblicata  sul vostro sito riguardante il Nobel per la pace alle famiglie adottive.

Ritengo che sia una bella idea, ma temo fortemente che rischi, ancora una volta,  per far passare la maternità adottiva come maternità “diversa”.

Per carità, non che non lo sia, ma chi diventa mamma con l’adozione prima di tutto vuole diventare mamma, poi sì, certo, è disponibile ad aprirsi, accogliere un bambino che è altro da sé… ma forse un figlio biologico non è sempre altro da sé? Non è forse vero che un figlio va accolto ogni giorno nel suo percorso di crescita, che può portarlo anche molto lontano da noi e farcelo sentire estraneo in alcuni momenti? Perché allora non il nobel per la FAMIGLIA, per tutti coloro che ogni giorno mettono i propri sforzi per far camminare, crescere e stare insieme un gruppo di individui che condividono prima di tutto l’amore reciproco?

Lorenza (mamma biologica e mamma adottiva).

 

 

IRENEBERTUZZIGentile Lorenza,

potrei anche essere d’accordo con lei nell’assegnare il Nobel alla famiglia in generale. Ma vorrei spezzare una lancia a favore dei genitori adottivi che percorrono una strada spesso molto faticosa ed irta di difficoltà. I genitori biologici non devono chiedere niente a nessuno se decidono di mettere al mondo un figlio, non devono chiedere il permesso di averne più di uno. Spesso gli adottanti subiscono umiliazioni ed ingiustizie, devono avere pazienza e determinazione se vogliono arrivare alla fine del percorso.

Poi certo l’accoglienza di un figlio, in qualsiasi modo arrivi,  deve essere accolto ogni giorno nel suo percorso di crescita.

Ma mi preme sottolineare un aspetto che rende le famiglie adottive davvero uniche. Esse giorno dopo giorno si fanno carico del dialogo, della comprensione, della cura, dell’integrazione interculturale e interrazziale, dentro la loro casa. Senza proclami o roboanti dichiarazioni di principio, costruiscono una società dell’accoglienza a partire dalla pratica, dalla ‘normale’ e straordinaria vita domestica.

Un caro saluto

Irene Bertuzzi

 Area formazione Ai.Bi.