Non dare soldi a un bambino di strada, perché lo condanni a mendicare

Gentili Signori,
sono il Presidente della Commissione Shadow Children del Rotary International e ci dedichiamo anche al contrasto alla schiavitù minorile.
Ho letto il vostro articolo sul progetto di contrasto all’accattonaggio infantile in Perù, e mi farebbe piacere sapere come il Governo possa dire che può aiutare i bambini di strada con il suggerimento ai cittadini di non dare soldi ai bambini.
Mi potreste dare maggior informazioni?

Grazie
Roberto Giua

 

scardeoniGent.mo Presidente Giua,
la campagna “Tu dinero los condena a la mendicidad” (“I tuoi soldi lo condannano a mendicare”) è stata lanciata dal MIMP-Ministero de la Mujer y Poblaciones Vulnerables nell’ambito di un più ampio programma, il Programa Yachay- per i diritti dei bambini e adolescenti di strada. Secondo la Legge 28190, la mendicità è considerata un delitto in Perú, partendo dal presupposto che dare soldi non contribuisce allo sviluppo corretto di questi bambini ed adolescenti, mentre é necessario un intervento di tipo integrale da parte delle autorità competenti; intervento, appunto, promosso dal Programa Yachay.

In particolare, in Perù é presente un fenomeno che é stato descritto con il termine di “mendicità coperta”; i minori spesso non chiedono “apertamente” la carità, ma sono “istruiti” dai genitori e dagli adulti a “vendere” un certo prodotto (di solito caramelle e dolciumi), facendo leva sulla sensibilità e commozione delle persone. A volte, il minore chiede l’elemosina di propria iniziativa, ma spesso é costretto dalla figura adulta di riferimento; i minori più piccoli vengono portati in giro dagli adulti per “commuovere” le persone, e addirittura sono stati segnalati minori che non avevano nessun rapporto di parentela con il mendicante, ma che venivano “affittati” a giornata previo pagamento di una somma di denaro ai loro genitori o parenti.

Il programma ha 3 obiettivi principali:
1) far capire al pubblico che dare l’elemosina a un bambino non contribuisce a migliorare la sua condizione;
2) promuovere lo sviluppo integrale dei bambini e adolescenti di strada;
3) contribuire a rafforzare il ruolo protettivo dello Stato, famiglie e comunità verso questi minori.
Il programma è incentrato sulla presenza di cosiddetti “educatori di strada”, che lavorano direttamente con i minori e con le loro famiglie a livello nazionale. Secondo quanto riporta il sito del programma, che invitiamo a visitare, tra le attività implementate per raggiungere gli obiettivi stabiliti ci sono: implementazione di un SEFOT (Servicio de Formación Tecnico Ocupacional), che promuove l’educazione di minori di strada tra i 14 ed i 18 anni di età, finanziando parzialmente o totalmente i loro studi e costi annessi (circa 400 Soles al mese, ovvero 115 euro); accompagnamento psicologico al minore e, quando presente, alla famiglia; promozione dello sport e dell’arte come mezzi di sviluppo fisico, mentale, psicologico e sociale, in collaborazione con il IPD (Instituto Peruano de Deporte); creazione di cosiddetti “centros de referencia”, spazi fisici dove i beneficiari possono recarsi per partecipare ad attività di vario tipo, grazie anche alla presenza di una rete di volontari.

Senza dubbio, rimangono moltissime questioni aperte. Il tema dei minori lavoratori e dei bambini e adolescenti di strada è un tema complesso da analizzare e affrontare, dove spesso è difficile – se non impossibile – stabilire “limiti” e “confini” tra ciò che è giusto e ciò che non è giusto… tutti i genitori i cui figli minori di 14 anni lavorano sono “cattivi genitori”? Davvero, dietro ad ogni bambino che chiede l’elemosina c’è un adulto che lo sfrutta? Allo stesso modo, come spesso accade, non é possibile reperire dati ufficiali che dimostrino l’impatto reale del Programma Yachay sulle vite dei 1.795.100 minori lavoratori del Perù… quanti di questi minori sono effettivamente stati tolti dalla strada negli ultimi anni? Che fine hanno fatto? Dove sono le loro famiglie?
Spero di esserle stata utile.

Francesca Scardeoni
Volontaria Espatriata di Ai.Bi. a Lima – Perù