Non dovrebbe essere la Cai a proporre la riforma delle adozioni internazionali?

Buongiorno,

vi scrivo dopo aver letto l’articolo in merito alla proposta “shock” di Amici dei Bambini sulla riforma delle adozioni internazionali.

Ai.Bi., oltre a essere un ente importante, si sta imponendo, con un lavoro egregio, come “guida” delle opinioni sul mondo dell’adozione. Io mantengo però qualche dubbio sulle ricette che propone: qualche anno fa, quando Ai.Bi. faceva poche adozioni, tuonava contro le “Agenzie” che ne facevano troppe. Adesso che Ai.Bi. fa tante adozioni vuole che scompaiano gli enti che ne fanno poche. Sono certo delle ottime intenzioni delle sue proposte, ma preferirei che una riforma venisse proposta da chi ha una visione del settore di più alto livello. Quindi mi chiedo: non sarebbe meglio che a proporre una riforma delle adozioni internazionali fosse direttamente la Cai?

Grazie per l’attenzione, 

Paolo

 

 

IRENEBERTUZZICaro Paolo,

non credo ci sia molto da aggiungere a quanto ha scritto. Il problema degli enti che fanno poche o tante adozioni va contestualizzato. Siamo sempre del parere che le adozioni effettuate in alcuni paesi, soprattutto quelli che non hanno ratificato la convenzione dell’Aja sulle adozioni internazionali, vadano verificate molto attentamente: occorre lavorare in modo serio in questi paesi per accertare l’effettivo stato di abbandono dei bambini.

Per quanto riguarda la riforma dell’adozione internazionale posso anche concordare con lei che debba essere promossa e fatta dalla Cai. Ma se tale autorità rimane immobile, non propositiva (tenga presente che ad oggi non c’è ancora la vice-presidente), cosa si può fare? Ci dovrà pure essere qualcuno che faccia proposte e che tenti di smuovere le acque. Se andiamo avanti di questo passo rischiamo di affogare. Tutto è fermo, non ci sono incontri se non autogestiti, non c’è discussione, non ci sono proposte. I vari comunicati stampa, le lettere, gli inviti restano senza risposta. Sarebbe certamente positivo se insieme ad Ai.Bi. si muovessero anche altri enti.

Cordialmente,

 

Irene Bertuzzi

Area Adozioni Internazionali di Ai.Bi.