Adozioni internazionali.I nuovi accordi bilaterali e la lotteria delle nuove autorizzazioni: ma che succederà ora ?

Ho letto la notizia dell’accordo bilaterale con la Cambogia firmato poche settimane fa dalla Cai. Vorrei capire meglio la vicenda degli enti accreditati. Saranno effettivamente otto o uno solo? Qualora fosse vera la seconda ipotesi, che succederà alle coppie che magari hanno dato mandato a un ente, accreditato ad operare a Phnom Penh prima del blocco, ed ora non più autorizzato a lavorare in quel Paese? Magari ci sono famiglie che per tante ragioni hanno atteso a lungo pur di adottare un bimbo cambogiano. Che diranno loro? Che hanno atteso invano? Che hanno semplicemente scelto l’ente sbagliato? Sarebbe assurdo e profondamente ingiusto!

Elena

RITRATTO VALE 350Gentile Elena,

vorrei poterle rispondere con informazioni precise. Ma al momento le domande che lei pone sono i nostri stessi dubbi. Non sappiamo cosa accadrà alle coppie che attendono di iniziare l’iter adottivo in Cambogia. Come tutti i lettori, anche Amici dei Bambini, che è uno degli enti autorizzati a operare nel Paese asiatico, ha visionato per la prima volta ieri, 28 ottobre 2014, direttamente sul sito della Cai, il testo dell’accordo bilaterale Italia-Cambogia. Non essendoci stato concesso di partecipare, come di prassi, all’ incontro tra le autorità dei due Paesi né a riunioni su questo tema in occasione della visita delle autorità Cambogiane in Italia, risulta anche a noi difficile capire quello è stato effettivamente stabilito e cosa avverrà. Il punto più delicato da comprendere è proprio la questione del numero degli enti: si legge che ne sono ammessi otto, ma che allo stesso tempo tra questi enti indicati dall’Autorità italiana ne verrà scelto solo uno dalle autorità della Cambogia. Che fine faranno gli altri Enti, autorizzati dalla Cai, che da anni lavorano nel Paese estero,  che conoscono la Cambogia e che lì svolgono progetti di cooperazione allo sviluppo? Che fine farà in particolare l’autorizzazione rilasciata dalla Cai a svolgere procedure di adozioni in Cambogia? Purtroppo la risposta è a noi sconosciuta. La speranza è che dalla CAI, dopo la pubblicazione di ieri, arrivino presto chiarimenti in merito. Una cosa è certa. Ieri la presidente/vicepresidente della Cai, Silvia Della Monica, con un provvedimento che non ha precedenti, ha fissato dei nuovi termini per la presentazione delle istanze di autorizzazione ad operare nella Repubblica del Burundi e nel Regno di Cambogia. Questo può voler dire che a essere autorizzato in Cambogia possa essere persino un ente diverso da quelli che al momento stanno lavorando nel Paese asiatico. Il che vorrebbe dire non solo ignorare l’esperienza che gli enti presenti hanno acquisito nel Paese, ma anche rendere superflui e irrilevanti i corsi di formazione che i nostri operatori hanno seguito negli anni, partecipando a tutti i meeting organizzati dalla CAIA (l’autorità centrale cambogiana) per arrivare preparati all’imminente apertura delle adozioni internazionali. Ma tutte queste restano congetture che solo la Commissione potrà fugare.

Staremo a vedere!

Grazie

Valentina Griffini