Abbiamo sofferto pensando al misero Natale che si festeggia in un orfanotrofio oggi, in Bolivia

Abbiamo provato il freddo sconforto nell’aprire la busta con un piccolo assegno, del ragazzo che tra pochi mesi, al raggiungimento della maggiore età, sarà messo alla porta per raggiunti limiti di tutela

Quanta roba!!!
E non riesco a descrivervi l’espressione del viso e il luccichio degli occhi di mia figlia che, la mattina di Natale sotto l’albero, si è vista davanti al naso un sacco di pacchetti colorati, tutti con bigliettini destinati a lei.
Incredula e quasi sconcertata ci racconta:
“La mattina di Natale nel nostro hogar (orfanotrofio) c’era un pacchetto per ciascuno di noi sotto l’albero del corridoio, che le educatrici preparavano qualche giorno prima del 25 dicembre. Ma il tenore dei regali era: maglioni uguali per tutti, solo con colori differenti, con taglie adeguate alle nostre età. Se andava bene erano sandali nuovi di un paio di numeri in crescita, per la prossima estate. Peluche di dubbio gusto, ma ai nostri occhi estremamente preziosi, da abbracciare in attesa di una coccola di mamma e papà, tanto desiderati”.

Vedere invece il suo viso illuminarsi di fronte a giochi e libri che ha richiesto nella letterina a Babbo Natale e… che davvero sono arrivati!!!

Persino la bici rosa col cestino coi fiocchi vista in una vetrina (e che ho rischiato di non trovare più pochi giorni dopo la sua richiesta)!

La magia del Natale ha ripreso senso nella vita di una bambina che, per troppo tempo, non ha avuto modo di vivere la gioia di questo periodo.

Che gran festa!!! E che soddisfazione vederla così felice!

Ma a dirla tutta la nostra gioia non è stata completamente piena.
Mia moglie ed io a fine giornata, dopo averla costretta a letto (non voleva che quella bella giornata finisse), circondata dai doni ricevuti che ha voluto accanto a sé, abbiamo ricordato le sue parole e pensato a quei bimbi, suoi compagni per la gran parte della sua vita, che oggi devono aver scartato l’ennesimo regalo in serie, raffazzonato velocemente dalle solerti educatrici di turno il 24 sera.
Abbiamo sentito il rumore di una carta da regalo che si straccia scoprendo un pupazzetto, non dedicato al bambino in questione, ma donato da qualche ricco sostenitore alla comunità, perché venisse distribuirlo a uno dei bimbi accolti. Abbiamo percepito la mezza sorpresa della ragazzina disillusa sul futuro in una famiglia tutta per lei.
Abbiamo provato il freddo sconforto nell’aprire la busta con un piccolo assegno, del ragazzo che tra pochi mesi, al raggiungimento della maggiore età, sarà messo alla porta per raggiunti limiti di tutela…
Abbiano sofferto pensando al misero Natale che si festeggia in un orfanotrofio oggi in Bolivia, Paese di provenienza di nostra figlia, che ha avuto la fortuna di trovare la SUA famiglia, noi, che la amiamo immensamente. Ricordiamo la bellezza incompleta dei nostri Natali durante l’attesa.

A tutti i bambini soli nel mondo, in attesa del dono più grande e a tutte le coppie già madri e padri in potenza, auguriamo con tutto il nostro cuore e una punta di sofferenza, un buon Natale e l’augurio di un nuovo anno che si apra con la realizzazione del sogno più desiderato.

Tommaso, papà adottivo felicemente innamorato di Victoria