Accoglienza dei profughi: non si ricorda mai troppo la generosità di tanti volontari!

“…completamente abbandonati a se stessi. A occuparsi di loro, solo un impiegato comunale con buona volontà, che fa da custode, e un volontario della protezione civile”. Leggere queste cose fa davvero male, quando si sa con certezza che la gente del posto si sta facendo in quattro per dare a questi ragazzi quello che il Comune, lo Stato o l’Europa non riescono a dare, come di diritto. C’è un’ampia rete di volontari che giornalmente lavora per garantire la prima accoglienza dei Misna (minori stranieri non accompagnati) che arrivano in condizioni pietose e inumane. Gli abitanti di Augusta e non solo offrono abiti, detersivi, bagnoschiuma a chi per mesi ha vissuto in situazioni immaginabili. Offrono conforto e un abbraccio a chi racconta le proprie vicissitudini tra carceri e torture; persone che offrono il proprio tempo per lezioni di italiano; senza dimenticar che tanti di loro sono diventati tutor o genitori affidatari di questi minori… che vengono coinvolti anche durante feste e cene. E invece al massimo vengono tacciati di buonismo. Quando si fanno articoli di questo tipo, mi sembra che il minimo che si possa fare sia sottolineare che fortunatamente in Italia vince anche chi ha braccia grandi e accoglienti…

Barbara

 

riccardiGentilissima Barbara,

è vero che, se qualcosa viene fatto per accogliere questi ragazzi, è spesso grazie alla gente comune che non può e non riesce a stare semplicemente a guardare.

Le situazioni di cui leggiamo sui giornali che, come lei dice, fanno classificare questa forma di accoglienza diretta, spontanea e generosa come buonismo, non penso siano utilizzate come provocazione per quanti, con i propri semplici mezzi, si mettono a disposizione per accogliere tanta disperazione. Penso piuttosto che con questo termine si voglia accusare di quasi totale assenza le istituzioni.

Certo che abiti puliti e un piatto caldo sono le prime necessità a cui la generosità spontanea può dare soddisfazione, ma non basta. Non serve parlare di un’ Italia accogliente, se oltre a questo non si riesce ad andare.

Siamo tutti ammirati dal calore che tanti siciliani stanno dimostrando nei confronti dei migranti, ma è necessario smuovere anche le coscienze di chi dovrebbe strutturare percorsi e progetti di sostegno per quanti, disperati, giungono sulle nostre coste. Accanto ai cittadini volontari, esistono associazioni impegnate sui territori degli sbarchi che hanno capacità e strutture per rispondere in maniera ‘articolata’ alle richieste di aiuto che arrivano da tanti piccoli profughi e migranti. Ma occorre una cabina di regia che coordini il lavoro di tanti e gestisca in modo oculato le risorse economiche  che lo Stato e l’Unione Europea destina per fenomeni migratori che ormai non possono più essere considerati ‘emergenziali’.

Concordo pienamente con Lei. Grazie al Cielo in Italia ci sono ancora tante braccia grandi e accoglienti. Valorizziamole.

Cristina Riccardi

Membro del Consiglio Direttivo di Ai.Bi. e responsabile politica del settore Affido