L’accoglienza contro la denatalità. Papa Francesco, Piano Mattei e l’adozione dei bambini africani

L’intervento di papa Francesco agli Stati generali della Natalità ha aperto un dibattito sull’inserimento della adozione internazionale nel  programma di natalità del governo italiano fino ad arrivare ad un piano Mattei per i bambini dell’Africa. L’articolo di Luigi Tivelli

Il consigliere parlamentare della Camera dei deputati, Luigi Tivelli, riflettendo sulle parole di papa Francesco agli Stati generali della Natalità, in un articolo sul portale “Beemagazine”, torna sulla questione della denatalità di Italia, con la sua proposta di un “Piano Mattei” i bambini dell’Africa.

L’accoglienza come risposta alla denatalità

Come abbiamo già visto (qui) papa Francesco ha presenziato alla terza edizione degli Stati Generali per la Natalità, evento che si è tenuto a Roma, l’11 e il 12 maggio.
Durante la seconda giornata dell’iniziativa, il pontefice, con un discorso molto sentito, ha dichiarato che “Natalità e accoglienza sono due facce della stessa medaglia”.
Proprio queste parole sono state per Tivelli il collegamento per reintrodurre la sua proposta di un Piano Mattei per i bambini dell’Africa.

Il piano Mattei per i bambini africani

Per riuscire a passare dall’inverno demografico in cui il nostro Paese versa ormai da anni a una ipotetica primavera demografica, si può scegliere la strada di incentivare da una parte le famiglie, attraverso sostegni e servizi, e quella dell’accoglienza.
“Questo significa progettare, creare, concordare, specie con molti Paesi africani, flussi di immigrazione regolare o in qualche modo controllati e poi regolarizzabili.”
L’idea è quella di declinare il Piano Mattei per l’Africa, con il quale  sembra che si voglia costruire un dialogo tra l’Italia e i paesi africani, in un Piano Mattei per i bambini africani.
“Sebbene l’adozione possa dare un contributo quantitativamente limitato alla questione della natalità è una delle forme più nobili di natalità che nascono dalla generosità, dall’impegno e dalla tenacia di tante coppie.” Scrive Tivelli.
A livello operativo sarebbero due le azioni da fare: “In primo luogo, semplificare i procedimenti di autorizzazione all’adozione presso i tribunali dei minori, che in non pochi tribunali languono e per i quali possono occorrere anche 2-3 anni. In secondo luogo monitorare con attenzione gli accordi con vari Paesi, in molti dei quali le coppie stanno ad attendere, vuoi la dichiarazione di abbandono dei bimbi possibilmente assegnati, vuoi ostacoli burocratici. Ma soprattutto, è diffusa la sensazione che la Commissione per le adozioni internazionali, presieduta dal Ministro della Famiglia, con un magistrato vice-presidente operativo, sia per certi aspetti un po’ dormiente.”
Da qui, è evidente la necessità di accelerare i protocolli di intesa in atto, in particolare con i Paesi africani. Molti di questi protocolli sono addirittura bloccati per la mancanza di una normativa sulla privacy analoga a quella italiana.
“In tanti Paesi esistono tante bocche di splendidi bambini da sfamare e tante vite da salvare o da risanare per questi bimbi spesso con grandi occhi e pupille profonde che chiedono sottovoce quell’accoglienza di cui così bene ha parlato Papa Francesco.
Nel nostro Paese esistono tante coppie che sarebbero felici di poter adottare e far crescere questi bimbi.” Ha sottolineato il consigliere parlamentare, che conclude riprendendo ancora le Parole di papa Francesco: “la presenza dei figli è l’indicatore di felicità di un popolo”.

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