Pubblicato accordo bilaterale con la Cina. Ciai: “Enti autorizzati estromessi dal sistema delle adozioni internazionali”

crestaniRiuscire a conoscere il contenuto del nuovo accordo bilaterale in materia di adozioni tra Italia e Cina è stato davvero un parto. Non nel senso che sia stata particolarmente complessa la sua elaborazione, ma che si è dovuto attendere ben 9 mesi per vederlo pubblicato dalla Commissione Adozioni Internazionali. Tanto ha aspettato la nostra Autorità Centrale a renderlo noto sul suo sito internet. L’accordo, sottoscritto dalla Cai e dal suo emule cinese – il China Center for Children’s Welfare and Adoption -, è stato firmato il 9 luglio 2015, ma la Commissione ha deciso di pubblicarlo solo il 27 aprile 2016. A differenza dello stesso CCCWA che l’ha reso noto già nel periodo immediatamente successivo alla firma.

Una decisione, quella della Cai di mantenere nascosto per 9 mesi il contenuto dell’accordo, che ha destato sorpresa e sgomento da parte degli enti autorizzati. Il Ciai, in particolare, domenica 1° maggio ha pubblicato sul suo sito un duro comunicato in cui, alla luce di quanto accaduto con l’accordo Italia-Cina, esprime tutta la sua preoccupazione sul ruolo degli enti nel sistema italiano delle adozioni. Il comunicato, ripreso subito anche dal sito di “Vita”, denuncia come gli enti italiani autorizzati a operare in Cina “non abbiano mai avuto alcuna comunicazione da parte della Cai né rispetto all’incontro a Roma con la delegazione cinese del luglio scorso, né dell’avvenuto accordo, né di quali siano le conseguenze” rispetto all’operato degli enti in Cina. Una mancanza giudicata “molto grave”, perché lo scambio di informazioni non avvenuto sarebbe stato invece indispensabile per “indirizzare al meglio” il lavoro degli enti del Paese secondo le indicazioni e le strategie decise dalla stessa Cai.

In tutta questa vicenda, quindi, gli enti sono stati tenuti in una posizione assolutamente marginale che contrasta in modo evidente con il loro ruolo, riconosciuto come importante sia dallo Special Meeting del Permanent Bureau de L’Aja del giugno 2015 sia dalla legislazione italiana. Quest’ultima, in particolare, prevede “incontri periodici” tra la Cai e i rappresentanti degli enti “al fine di esaminare le problematiche emergenti e coordinare la programmazione degli interventi attuativi dei principi della Convenzione”. Incontri che però non si svolgono più da dicembre 2014!

“Se non veniamo messi al corrente di decisioni così importanti – si legge nel comunicato in merito alla mancata pubblicazione dell’accordo con la Cina -, se di fatto siamo estromessi dal sistema delle adozioni internazionali italiano, non siamo messi nelle condizioni di lavorare in modo efficace e ciò ci impedisce di tutelare in modo concreto il diritto dei bambini abbandonati ad avere una famiglia”. Da qui la richiesta al governo, da parte del Ciai, di “un impegno deciso per assicurare che il sistema italiano sia davvero, e non solo a parole, rispettoso delle legislazioni, trasparente, corretto e collaborativo”. Una trasparenza che latita ormai da ogni punto di vista: dalla mancata pubblicazione dei dati statistici sulle adozioni realizzate al ritardo inspiegabile con cui è stato reso noto l’accordo con la Cina. Solo superando questi problemi si potrà veramente fare l’interesse dei bambini che, “in molti Paesi del mondo, chiedono che venga rispettato il loro diritto a una famiglia”.