“Adotta una famiglia in Italia” per costruire insieme un futuro per le mamme fragili: la storia di Bianca

Ecco tutti i tipi di aiuto offerti dai servizi residenziali di Ai.Bi. per minori con mamme al seguito. Con soli 10€ al mese si può aderire alla Campagna “Fame di Mamma” e adottare una famiglia in Italia

Le motivazioni che spingono l’Autorità Garante o i servizi territorialmente competenti a collocare un minore in comunità con la sua mamma possono essere adducibili a molteplici situazioni di fragilità, legate ad abusi, violenze, precarietà economica, manifesti rischi di esclusione e marginalità.

Il pensiero che sottostà al progetto alla base di questi servizi nasce dall’esigenza di accudire il bambino nella sua infanzia a partire dalla famiglia o dal residuo familiare presente.

 Ogni bambino per crescere ha bisogno di una figura di adulto che gli dia sicurezza e che lo accompagni ad inserirsi nella realtà sociale, che lo accompagni lungo tutte le tappe della sua crescita, aiutandolo nella ricerca e scoperta di senso. Il tutto si rende possibile a nostro avviso se è custodito, scoperto e valorizzato il legame affettivo che sussiste tra mamma e figlio, ed è quello che perseguiamo nei nostri servizi.

 Fame di mamma: l’accoglienza prima di tutto

Elemento cardine del nostro progetto è l’accoglienza e lo stare accanto, vissuto nell’assenza di giudizio e di gratuità al servizio, mediante il quale si auspica un percorso che porti la mamma e il suo bambino verso una crescente affettività e all’inserimento o reinserimento nell’ambiente sociale e una consapevole autonomia.

Molte sono le mamme e i minori che abbiamo incontrato e accompagnato in questi anni, e molteplici sono le emozioni che ci hanno lasciato dopo le loro dimissioni. Ogni mamma e bambino accolto ha un passato, costruisce un presente durante la permanenza in comunità utile a creare e immaginare un futuro migliore di quello che hanno trascorso.

Tra le mille storie, di sicuro ricordiamo con particolare affetto quella di Bianca.

Bianca è una bambina forte, coraggiosa, piena di vita di appena cinque anni.

È una bimba esuberante e immagina un futuro da ballerina appena potrà essere abbastanza forte da ballare senza stancarsi più velocemente.

Si, Bianca si stanca presto perché sin dalla sua nascita è affetta da una malattia ereditaria rara, per cui ha dovuto sottoporsi per anni a delle terapie mensili, che purtroppo non hanno risolto il problema ma hanno richiesto un delicato intervento di trapianto. È stato un intervento più complicato del solito anche per i medici, perché Bianca non era compatibile con nessun donatore presente nei database internazionali ospedalieri.

Bianca però non ha perso la sua allegria, né il suo entusiasmo e la sua voglia di vivere. Con pazienza e fiducia si è affidata ai dottori che le avevano promesso una magia: avrebbero preso dalla sua grande mamma un pezzettino di quello che le mancava e lo avrebbero trasformato con una magia che sanno solo i dottori perché potesse adattarsi bene anche al suo piccolo corpicino.

La sua mamma ha avuto un po’ paura perché, per quanto i dottori fossero bravi maghi a volte può capitare che la magia non funzioni per qualche incidente, ma è stata brava a cercare l’aiuto e il supporto di tutte le educatrici e le altre figure professionali per non trasferire le sue legittime preoccupazioni da mamma alla piccola Bianca.

Effettivamente la magia non è andata subito a buon fine, e i dottori hanno dovuto riprovarla una seconda volta, ma grazie alla catena umana che ha supportato Bianca e la sua mamma, sia in comunità che durante la degenza in ospedale entrambe ce l’hanno fatto e hanno sconfitto questa rara malattia.

Durante questi due anni, Bianca ha mantenuto l’entusiasmo e ha rispettato tutti i consigli dei dottori e degli educatori, è stata a casa e ha seguito le lezioni a distanza quando era troppo debole per recarsi a scuola, o indossando la mascherina e mantenendo le distanze per le ore che poteva frequentare scuola o giocare con gli altri minori presenti in struttura.

Non è stato facile per la bambina portare pazienza, né per la mamma aspettare i tempi per scongiurare il rigetto del trapianto. E un ruolo fondamentale l’ha avuto il contesto residenziale per ascoltarle, farle sfogare per mantenere la calma e non perdere la fiducia.

Oggi Bianca e la sua mamma sono tornate sul territorio di provenienza e hanno una casetta tutta loro. Bianca ha anche iniziato un corso di danza, e tutte le operatrici e i professionisti che le hanno conosciute ed accompagnate per un pezzetto di strada le augurano di realizzare la loro scommessa d’amore. Chissà forse un giorno accendendo la tv o leggendo una locandina teatrale troveremo il nome della nostra Bianca come “nuova stella di Broadway”.

Valentina Bresciani – Responsabile pedagogico strutture di accoglienza AIBC Cooperativa Sociale

Adotta a distanza in Italia, una mamma con il suo bambino

Proprio per aiutare le mamme rese fragili da vicende, condizioni e situazioni, che hanno incontrato e vissuto nel corso della propria vita, a costruire un rapporto più saldo con il proprio bambino, Ai.Bi. in Italia ha dato vita a Fame di Mamma, Campagna di Ai.Bi. e della Cooperativa AIBC per dire basta all’abbandono.

I figli per crescere non hanno bisogno solo di nutrimento fisico, ma anche interiore ed affettivo.

Aderendo alla Campagna Fame di Mamma, con una donazione di 10 euro al mese, potrete adottare una famiglia in Italia, contribuendo a sostenere le comunità e gli alloggi mamma – bambino di Ai.Bi. (per vedere di cosa si tratta QUI). Potrete in questo modo aiutare queste mamme a rafforzarsi, prevenire l’abbandono e sostenere la maternità attraverso il mantenimento ed il sostegno della relazione mamma-bambino.