Adottare in Albania. “Accogliere Laura è stata come partorirla… tre volte: ora tutto è talmente normale, naturale e siamo felicissimi”

albaniaE’ una meraviglia, la più bella del mondo!”. Mamma Benedetta e papà Luca sono incantati dalla loro piccola Laura, 6 anni, originaria dell’Albania e protagonista della storia di oggi di #iosonoundono. “La vita, da quando c’è lei, è talmente normale, naturale che quasi non siamo in grado di dire nulla di particolare tranne che…siamo felicissimi!

La famiglia, che è stata seguita dalla sede Ai.Bi di Mestre, racconta volentieri ai lettori di AiBinews il ‘caleidoscopio’ di emozioni che ha caratterizzato la loro adozione, un percorso non sempre lineare ma premiato dall’incontro con la loro bambina.

Non dimenticheremo mai il nostro primo incontro – raccontano mamma e papà – : eravamo arrivati a fine aprile di quest’anno per restare una quindicina di giorni, come prevede la procedura per il primo viaggio. Eravamo pronti a tutto; certo ci ha illuminato di gioia il sorriso di Laura appena ci ha visto. Ci ha guardato come se ci conoscesse da tempo e si è creato subito un legame speciale”.

Benedetta aggiunge: “Un legame che va oltre il semplice incontro tra persone che si vogliono bene: è come se l’avessi partorita io e quindi oggi possiamo dire che è come se Laura avesse vissuto sempre con noi”.

Anche l’Albania, come la Federazione russa, prevede tre viaggi per le famiglie prima di poter tornare a casa con il proprio figlio. I primi giorni i genitori andavano a trovare la bambina in istituto e trascorrevano con lei alcune ore: “Già il primo giorno dimostrava di fidarsi di noi – aggiunge Luca – : siamo usciti per fare un giretto, siamo andati a prendere un succo di frutta e già in quei momenti avvertivamo questa meravigliosa sensazione di normalità e naturalezza”. Il personale dell’istituto ha poi dimostrato molta disponibilità, “per cui la bambina ha trascorso tutto il tempo possibile con noi”.

Un aspetto senz’altro positivo, per cominciare a fare famiglia, ma che certamente ha comportato una buona dose di risorse e pazienza perché ripartire e attendere di rivedere mesi dopo tua figlia, lasciandola ancora in istituto, rappresenta senz’altro una prova.

L’iter per Benedetta e Luca è proseguito con un altro viaggio in Albania per questioni burocratiche da espletare, appena dieci giorni dopo aver salutato, temporaneamente, la loro figlia.

Dovevamo solo firmare delle carte – ricordano – ma restando solo un paio di giorni abbiamo scelto di non vedere la bambina, per la sua tranquillità…per quanto ne avessimo desiderio immenso!”.

Trascorsa la primavera è arrivato finalmente a luglio il momento di partire per andare a prendere Laura e trascorrere quindi in Albania l’ultimo mese.

Possiamo dire che Laura è stata ben preparata alla famiglia in arrivo – dice Benedetta, che insieme a Luca, fino a quel momento, avevano potuto salutare la figlia per telefono una volta la settimana – ; in più noi avevamo mandato più volte dossier di foto tanto che ogni volta Laura ci chiedeva sempre della sua cameretta

Un desiderio che l’ha accompagnata fino a casa: “Che bella!” sono state le prime parole di Laura, arrivata a casa quasi a mezzanotte dopo il viaggio dall’Albania, un tragitto che ha percorso a occhi aperti, senza mai cedere al sonno. “Anche oggi, se racconta di casa sua, la bambina dice che la sua cameretta è la più bella del mondo!”

Laura frequenta la prima elementare, parla bene italiano e si è già inserita nel gruppo dei compagni che la invitano a feste e compleanni. “Fa basket , dicono che è portata, non solo perché è piuttosto alta per la sua età – dice papà  – ; le piace guardare i cartoni animati, ascoltare la musica, nuotare in piscina. Insomma, si gode la vita nuova”.

Benedetta e Luca, che pur non nascondono “di avere faticato nell’attesa che l’adozione comporta”, confermano d’altro canto che  “al momento della chiamata di AiBi ci siamo dimenticati del tempo trascorso. Ogni tappa ha avuto una sua fase e una ripartenza, quindi abbiamo capito che l’importante è essere sempre se stessi, conoscere e contare sulle proprie risorse. Al di là dell’amore per nostra figlia – conclude Benedetta – l’adozione ci ha messo davanti a tante prove, ma la nostra risposta naturale a ognuna di queste ha fatto sì che la bambina ha capito subito chi aveva di fronte, due adulti di cui fidarsi totalmente. I bambini, vogliono risposte vere e precise, hanno bisogno di certezze e amore