Adottare in Russia. “Dopo il primo viaggio, al telefono eravamo solo Enzo e Emanuela; ma dopo il terzo ci è corso incontro chiamandoci mamma e papà”

spoto 1Quest’anno è stato un compleanno speciale per Vladimir: qualche giorno fa ha soffiato su una torta di 10 candeline e spazzando così via, idealmente, un passato in “internato” – come lui stesso chiama l’istituto di Volgograd in cui ha trascorso gli ultimi 4 anni e mezzo – per godere della gioia della sua famiglia e la rinascita a figlio con mamma Emanuela e papà Enzo.

La famiglia Spoto di Roma, protagonista della campagna #iosonoundono, è rientrata in Italia dalla Russia lo scorso 10 luglio.

Da allora il bambino ha fatto progressi e scoperte quotidiane: il mare e la spiaggia, lo sport, il cibo italiano. E soprattutto si sta godendo l’amore di mamma e papà e della unica nonna, cui è molto legato. “Quando parla di famiglia, Vladimir dice: siamo in quattro!”, precisa Emanuela. A Vladimir la vita non si è presentata facile, come ricordano i genitori: anni di privazioni ed esperienze che metterebbero a dura prova chiunque.

Vladimir sa fare il confronto, sa capire, arriva alle sue conclusioni così che quasi non dobbiamo spiegare niente – dicono mamma e papà – : per lui è tutto chiaro, il passato, il presente; nella difficoltà riusciamo a parlare di quanto accaduto e di come adesso la vita è già diversa. E’ un bambino che esprime serenità e questo gratifica molto”.

E pensare che inizialmente la famiglia Spoto era stata abbinata alla Siberia, regione che per un periodo aveva interrotto le adozioni; così fu abbinata a Volgograd. “Diciamo sempre alle famiglie: non mollate mai, anche se vi capitasse come a noi di dover rifare da capo tutto il dossier dei documenti e attendere ancora – dicono Enzo e Emanuela – : vostro figlio c’è,  magari è da un’altra parte”.

Oggi Vladimir frequenta la quarta elementare: “Per quanto non sia proprio un amante dello studio, è un fenomeno in matematica – dice la mamma, a casa in maternità per seguire il bambino anche nei compiti pomeridiani –: certo ha ancora qualche difficoltà con l’italiano ma sta imparando velocemente e chiede sempre il significato delle parole. Preferisce i numeri comunque e , sopra ogni cosa, lo sport”.

Il calcio è l’attività preferita, ma anche il nuoto; ama molto la musica, in particolare il rap. E che dice della cucina italiana? “Adora la pasta al pomodoro e la pizza margherita – dice Emanuela – ma per la sua dieta ho dovuto introdurre un cibo nuovo a settimana. Lui stesso ci ha detto: non vi preoccupate, mangerò tutto, a poco a poco”.

Qualche giorno fa ha voluto provare il parmigiano: “Mi piace!” , è stata la risposta entusiasta: un esempio per far comprendere che occorre rispettare i tempi dei bambini, anche quando si è a tavola.

Emanuela e Enzo ricordano emozionati il primo incontro con loro figlio, in un ufficio dell’istituto in cui viveva.

E’ entrato di corsa, si è levato il cappello, aveva uno sguardo freddo ma curioso – ricorda Emanuela -. Ho visto subito quei due meravigliosi occhi verdi e mi è venuto spontaneo guardare mio marito e dirgli: ma è proprio lui?!?”

Oggi Vladimir è un bambino affettuoso e desideroso di coccole ma, come è naturale, “al primo incontro ci osservava curioso facendo capire che voleva dare il meglio di sé. E’ comunque sempre stato molto caro”, dicono mamma e papà.

Dopo il primo viaggio, come la procedura richiede, sono trascorsi quasi sei mesi. La famiglia Spoto è riuscita in ogni caso a garantire una telefonata alla settimana, su permesso dell’istituto: “Chiamavamo la domenica e con poche parole di russo e italiano cercavamo di comunicare – dice Enzo – : era importante confermare ogni settimana questo appuntamento, ha aiutato Vladimir ad avere fiducia”. Al telefono il bambino si rivolgeva ancora a “Enzo e Emanuela” ma dopo il secondo viaggio, lo scorso maggio e poi a fine giugno, quando finalmente ha preso l’aereo per Roma, “è corso incontro a mio marito saltandogli in braccio e chiamandoci mamma e papà”.

La famiglia Spoto è entusiasta dell’esperienza adottiva: “Saremo anche stati fortunati, ma al di là del tecnicismo e della burocrazia ci sentiamo di consigliare a tutti di adottare – dicono Enzo e Emanuela- . Certo ci sono ansie, paure, aspettative, ma sono tutti dettagli tecnici di qualcosa di ben più grande, un figlio”.

Vladimir in questi giorni ha fatto un disegno che raffigura il suo Natale: una casa, una grande finestra con un bambino che guarda fuori,  un camino con il fuoco acceso e tanti regali. Vladimir ha trovato la sua casa.