Adottata 21 anni fa grazie ad Ai.Bi. ora Jessica Nicodemo punta a sfondare nella moda

La sua prossima collezione? Sarà targata “’99”. Come l’anno della sua adozione

Arrivata in Italia dal Brasile come figlia adottiva grazie ad Ai.Bi. – Amici dei Bambini, organizzazione nata da un movimento di famiglie adottive e affidatarie 21 anni dopo è già una stilista di nome Jessica Antonia Nicodemo, oggi 28enne. “Sono arrivata in Italia quando avevo già otto anni, per cui il mio ricordo del Brasile, la terra natale, c’è. E c’è anche la voglia di riscoprirla. Però, prima di tutto questo, devo portare a termine un percorso”.

Il percorso di cui parla è quello nel mondo della moda. Perché Jessica, dopo aver portato in passerella le sue creazioni in uno degli spazi più iconici di Milano, Base Milano, l’open fashion week per gli studenti delle scuole di moda, ha replicato con Milano Unica, la fiera dei tessuti e degli accessori di alta gamma ed è ormai pronta a un palcoscenico importante. “Anche un po’ a causa del problema linguistico, appena arrivata in Italia ho da subito trovato lo stimolo ad esprimermi attraverso il disegno. Ho frequentato il liceo artistico e poi l’accademia a Napoli”. Quindi l’incontro con Brera. “A Milano – dice Jessica – ho trovato una città in grado di offrire mole opportunità. All’Accademia di Brera ho incontrato personalità che mi stimolano molto e che credono in me, come in me hanno creduto i miei genitori”. E lo dimostrano con le loro parole. “Le sue origini – spiega la madre, Lucia Zoccoli, in un’intervista al Mattino – le hanno donato un talento innato per tutto quello che è arte è una figlia e una ragazza meravigliosa”.

Ma cosa ci sarà nel futuro di questa ragazza? “A dire la verità – spiega Jessica – non ho idea di cosa mi riservi il domani, la laurea e la tesi sono a breve. Il mio obiettivo è continuare a lavorare nel mio ambito, la moda. Il mio grande sogno sarebbe realizzare una collettiva di ragazzi che portano avanti il proprio brand… una sorta di factory della moda, in stile Andy Warhol. D’altronde siamo in un momento storico in cui il lavoro bisogna crearselo”.

Nitido, per Jessica, è il ricordo del tempo della sua infanzia. Di quando è arrivata in quel di Pontecagnano, piccolo comune del salernitano. “Ero la novità – racconta sempre al Mattinoe questa ‘condizione’ mi divertiva. Non ho mai sofferto, forse perché nitido, dentro di me, era il ricordo di un luogo che per sette anni mi aveva accolto e cullato. Non sapevo cosa fosse una famiglia. Le suore mi disegnarono una coppia di genitori che tenevano per mano un bambino per farmi capire cosa di lì a breve mi sarebbe accaduto. In passato era capitato che altre coppie ci venissero a vedere, ma nessuno prima di allora mi aveva portato via da quell’istituto”. Dal suo passato Jessica ha preso non solo i ricordi, più o meno positivi, ma anche il nome della prossima collezione, che si chiamerà ’99. Già, come l’anno della sua adozione.