Adozione. A 9 anni dorme ancora nel letto con noi: mi devo preoccupare?

Anche se è più comune che questo accada al di sotto dei 5 anni, ci sono situazioni in cui i bambini più grandi chiedano di dormire con i genitori

Spettabile redazione, io e mio marito siamo un po’ preoccupati dal comportamento di nostro figlio Marco, che, seppure abbia compiuto 9 anni, continua a fare le bizze per andare la notte nel suo lettino perché vuole dormire in camera tra di noi. È normale? Cosa possiamo fare per convincerlo?

Grazie, Giulia 

Gentilissima Giulia,

uno dei motivi per cui il bambino desidera dormire nel lettone è la ricerca di sicurezza, il naturale bisogno di rassicurazione: in molte culture è una pratica diffusa e comune, in altre ci si orienta a incentivare fin da subito che i bambini dormano nella propria camera.

Anche se è più comune che questo accada al di sotto dei 5 anni, ci sono situazioni in cui i bambini più grandi chiedano di dormire con i genitori o non siano disponibili a iniziare a dormire nella propria camera. Soprattutto se ci sono preoccupazioni, ansie, frequenti risvegli, il bambino esprime il desiderio di contatto e vicinanza attraverso la richiesta di dormire insieme.

Alcune volte potrebbe trattarsi di un naturale bisogno di coccole. In alcuni casi è la presenza di un fratello più piccolo a causare gelosie e regressioni, ma potrebbe essere anche il desiderio di trascorrere più tempo con i genitori, tempo che non si è trovato durante il giorno, spesso denso di attività e impegni.

La sera rappresenta un momento di distensione, di relax e favorisce il bisogno del minore di chiedere vicinanza e protezione.

Cara Giulia, a questo punto tre sono le osservazioni da fare:

  1. Interrogarsi sul perché il bambino avanzi tale richiesta:

un periodo particolarmente difficile, dei cambiamenti, eventi che si sono verificati durante le giornate, possono essere solo alcuni dei motivi che portano un bambino più grande a chiedere di dormire nel lettone, l’aspetto importante allora è prestare attenzione alla sua richiesta, riflettere sul motivo di base che porta a questo comportamento.

  1. Lavorare sull’autonomia e la sicurezza:

valutare insieme al proprio partner cosa potrebbe determinare l’incapacità o l’impossibilità di riuscire a dormire nel proprio letto e agire su queste favorendo, in diversi momenti e con diverse attività, il consolidamento della sicurezza e a l’aumento dell’autostima.

  1. Definire dei rituali:

stabilire insieme al bambino dei momenti intimi e di complicità con il genitore, un rito di preparazione al sonno, ad esempio attraverso la lettura di un libro o una attività rilassante, capaci di offrire rassicurazione e sicurezza.

Cristina Micheletti
Psicologa e Referente Sportello Informativo Regione Marche – Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini