Adozione a distanza? Sì, ma che sia quella vera!

L’Adozione a Distanza “personalizzata”, per come la intende Ai.Bi., instaura un rapporto personale tra il donatore e un beneficiario, che in questo modo può sentirsi amato e considerato da qualcuno… anche se lontanissimo

Ci sono due modi per portare avanti un’Adozione a Distanza: il primo prevede di raccogliere i soldi per i bambini, metterli tutti in insieme, e mandarli a chi è sul posto affinché li utilizzi e li redistribuisca secondo le necessità. C’è qualcosa di sbagliato? No, semplicemente un piccolo sottinteso che non viene esplicitato: il donatore decide di “adottare un bambino”, ma i suoi soldi finiscono insieme a quelli di tutti gli altri e vengono utilizzati per i bisogni di tutti. (Certo, poi ci sono casi in cui l’Adozione a Distanza è esplicitamente “comunitaria”, come quella proposta da Amici dei Bambini con una donazione di 25 euro mensile, ma questo, va da sé, è fin dall’inizio un’altra cosa, ben chiara!).

A ogni bambino il “suo” sostenitore

L’alternativa è quella di destinare il singolo contributo, di ogni singolo donatore, a “quel” bambino e a lui soltanto. Un modo sicuramente più complicato da gestire, sia a monte (girare ogni singola donazione, rendicontarla uno per uno…), sia a valle, perché l’aiuto al singolo deve sempre essere bilanciato da un livello essenziale di qualità di vita e di servizi che sia garantito a tutti quelli che sono lì con lui.
Ma limitarsi al piano economico porterebbe a una riflessione monca. Perché questo secondo tipo di Adozione a Distanza va ben al di là del “come” siano utilizzati e distribuiti i soldi. Questa Adozione, infatti, è pensata per dare modo al bambino di sentire davvero vicina a sé una persona! Qualcuno che, chissà dove nel mondo, ha pensato “proprio a lui”, che si ricorda del suo compleanno, dell’inizio della scuola, di Natale… E magari decide di mandargli un regalo per l’occasione. Certo, anche da parte del donatore può esserci una maggiore soddisfazione nel sapere che il suo interlocutore è un preciso bambino, con una storia e dei bisogni a cui lui, con il suo contributo, può provvedere, almeno in parte. Questa però, nella concezione di Ai.Bi., è più una conseguenza che il non il motore dell’Adozione a Distanza, perché la convinzione è sempre quella che sia doveroso e fondamentale partire dal bambino: è per lui che pensiamo un Sostegno a Distanza di questo tipo, perché riteniamo che sia il modo migliore per restituirgli un pezzettino, minimo, di ciò che nella vita magari non ha mai sperimentato.

Partire dai bambini

E l’esperienza ci mostra che questa è la strada giusta: tanti sostenitori hanno creato, nel tempo, un rapporto stabile e duraturo con gli “altri loro figli” adottati a distanza: c’è chi è andato a trovarli di persona; chi li ha videochiamati al telefono; chi ha ordinato torte di compleanno a distanza e biciclette che altrimenti non sarebbero mai arrivate. E c’è anche chi ha deciso di continuare a sostenere il proprio “figlio” anche quando Ai.Bi. non poteva più fare da tramite, perché il ragazzo, ormai cresciuto, stava percorrendo la sua strada e non era più negli istituti seguiti dall’associazione.
Se la pensassimo dal punti di vista strettamente economico, in casi come questi Ai.Bi. “ci perde”, perché perde un sostenitore e la sua relativa donazione. Ma proprio questa, in realtà, è la vittoria più grande: perché regala la consapevolezza di avere contribuito a dare a un bambino in difficoltà, quando non proprio abbandonato, un “genitore” in più. Una persona che ha a cuore la sua storia e il suo futuro, che se ne interessa e che, per quello che può, la aiuta!
Questa, per noi di Ai.Bi., è l’Adozione a Distanza: “quella vera”!

Anche tu puoi attivare un’Adozione a Distanza: per una singola bambina o un singolo bambino; per un gruppo di bambini di un orfanotrofio o per i minori ospitati nelle comunità di accoglienza in Italia.