FESTA DELLA MAMMA 2022 . “Sto facendo di tutto per essere la mamma del mio piccolo siberiano”

Imparare tutti i giochi possibili, prepararsi storie e canzoni, studiare l’alfabeto cirillico… Tutto per fare “bella figura” nel primo incontro con il figlio da adottare. Ma la realtà sorprende sempre. E, alla fine, l’unica cosa che conta davvero è… voler essere la sua mamma

“Cosa possiamo fare con nostro figlio, quando lo incontreremo? Che attività consigliate? Che giochi… quando staremo con lui per lunghi giorni, solo noi tre, per conoscerci?”.
A volte riceviamo queste richieste da futuri genitori che, presi dalla voglia di condividere con il proprio figlio la nuova vita, fin dall’inizio, vogliono essere adeguatamente preparati per “conquistarlo” fin dalla prima volta che li vedrà. Desiderio legittimo, che deve fare i conti con la possibilità che le comunicazioni possano essere nulle, perché genitori e figlio non parlano la stessa lingua, in primis, ma anche per le forti emozioni che si vivono in quel momento e che offuscano la razionalità.

Adozione. Una mamma “super preparata” in tutti i giochi del mondo

Una mamma ci ha raccontato come si è preparata all’incontro e come ha programmato il tempo da condividere con il bambino che sarebbe diventato suo figlio, non conoscendo nulla di lui, delle sue passioni e dei suoi giochi preferiti, se non le poche righe scritte sulla scheda di abbinamento.
“Mi ero iscritta a tutti i webinar, corsi e laboratori – ci ha detto – per aumentare le mie conoscenze sulla psicologia dei bambini, sui bisogni legati alla loro progressiva capacità espressiva; ho seguito incontri di esperti pedagoghi sulla psicologia evolutiva, ho partecipato anche a laboratori creativi tenuti da artisti dalle specializzazioni più estreme… Tutto per essere adeguata al compito di madre, che per la prima volta avrei esercitato, e per stimolare mio figlio nei primi giorni in cui avremmo vissuto insieme, non parlando io il russo.
Ho letto manuali di guru dell’infanzia e comprato strumenti educativi che la Montessori sarebbe orgogliosa di me! Ho una collezione infinita di CD di filastrocche tradizionali di ogni regione italiana, ho comprato raccolte di dischi dello Zecchino d’oro dalle origini ai giorni nostri. Ho provato diversi tipi di pasta di sale. Ho quintali di pongo, plastilina, Das, Didò… che potrei costruirci una città colorata.
Mi sono impegnata per essere brava nei giochi, perché, in fondo, gioco è il “mestiere” dei bambini, è il loro linguaggio universale. Non riesco a biascicare neanche un saluto in russo, per comunicare con nostro figlio, ma posso diventare esperta ed essere preparata nei giochi, così da poter condividere esperienze, trovare una lingua comune per vivere con lui il tempo dell’affiatamento, rendendo preziosa la nostra relazione.

La realtà che sorprende sempre

Ma quando, finalmente, siamo stati con lui… tutte le mie abilità e conoscenze nei giochi sono servite a poco. A lui piaceva fare le gare con le macchinine e io, accidenti, su questo non mi ero esercitata un granché! I miei bolidi sbandavano sotto il suo sguardo ironico e deluso.
Oppure gli shanghai: non li avevo considerati! Lui, invece, era un campione di precisione e concentrazione. Idem con Twister, con lui agilissimo nel mettere mani e piedi uno qui e uno lì e io che credo di aver perso un dente sul pavimento dell’istituto con la capocciata sul tondo blu!
Era desideroso di farci sentire la sua bravura nel recitare le poesie e io l’ho applaudito anche quando ci ha detto che andava in bagno (mi ha fermata l’interprete). E come se non fosse abbastanza, ci si è messa di mezzo anche la tecnologia: lui ha preso il cellulare e con maestria ha avviato giochi di realtà virtuale, lotte cruente e mostri spaventosi.
Credo di aver fatto un gran flop come conoscitrice di attività per un seienne curioso e non so se nella mia prima settimana con lui sono riuscita a piacergli, a conquistarlo, a entrare nel suo mondo e a condividere con lui qualcosa. Ma ci ho provato e so che lui ne è consapevole!
Abbiamo dei bei ricordi di quei pochi giorni passati insieme e la psicologa del centro ci ha riportato che il bimbo è felice di noi due e di una madre imbranata ma simpatica! E noi siamo pronti a intraprendere il secondo viaggio.
Ora, tra un documento e un altro da preparare, mi sono buttata sulla lingua dai caratteri cirillici, almeno per essere preparata all’udienza, per raccontare al giudice quanto desidero diventare la madre del mio piccolo campione di giochi e che voglio accorciare il più possibile il tempo che separa la nostra vita insieme. Spero il giudice mi faccia contare da 1 a 10, sembro quasi una nativa di Mosca…!
Sono innamorata del mio piccolo siberiano e sto facendo di tutto per essere la sua mamma. Non vedo l’ora di condividere con lui le mie giornate e di giocare, giocare, giocare… Mi sono pure iscritta a un corso di dama!”