Adozione. Il piccolo Giorgio trova casa. Ma, nel mondo, tanti non hanno la sua “fortuna”

Dalla Moldavia un appello disperato per due fratrie di bimbi senza genitori. Griffini (Ai.Bi.): “Troveranno mai qualcuno che li accolga insieme?”

Gli avevano dato un nome, Giorgio. Oggi trova anche una famiglia. Il bambino abbandonato lo scorso 24 aprile in una borsa di pelle, con il cordone e la placenta ancora attaccati, nei pressi del cimitero di Rosolina, Rovigo, è stato finalmente accolto da una coppia di genitori adottivi, che lo hanno accolto proprio dalla scorsa domenica. “Un epilogo felice per una storia con elementi di tristezza”, ha commentato il direttore generale dell’Ulss 5 Polesana Antonio Compostella.

Eppure, per una storia, quella di Giorgio, con un finale fortunato, ce ne sono tantissime che invece hanno una conclusione molto più amara. Per quanto sia paradossale, nel dramma del suo abbandono, il piccolo Giorgio è stato “fortunato”: la sua vicenda ha raggiunto i giornali e si è mosso l’esercito della solidarietà formato da migliaia di coppie commosse dall’evento.

Quanti Giorgio, abbandonati esattamente come lui – commenta amaramente il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini – aspettano invano che qualcuno si accorga di loro? Qualcuno di questi bimbi loro è più fortunato, solo perché magari un po’ più piccolo, perché senza fratelli, perché forse con meno problemi di salute e riesce a trovare più attenzione e qualche famiglia disposta ad accoglierlo. Ma gli altri? Tutte queste famiglie che si sono mosse per Giorgio dove sono?

Per la prima volta da quando esiste la adozione internazionale – prosegue il presidente di Ai.Bi – la Russia sta chiedendo proprio a noi italiani delle famiglie adottive: certo le autorità locali hanno investito molto nella promozione della adozione e dell’affido, ma non basta. Sono troppi i minori abbandonati in Russia e anche loro hanno capito che in tema di diritti quello più importante è dare una famiglia ad ogni bambino abbandonato. Ma purtroppo sono anche tanti i Paesi che, questo concetto, non lo hanno compreso”.

Anche l’Ucraina –  aggiunge Griffini  – ha capito: troppi bambini in istituto, poi questa guerra maledetta e nascosta non fa che produrre nuovi orfani… ma l’Ucraina ha capito e sta chiedendo con insistenza ad uno dei pochi Paesi che ancora credono nella adozione internazionale, cioè l’Italia, di sottoscrivere un accordo bilaterale per l’attivazione di una cooperazione in questo tema così delicato”.

Per capire quanto sia drammatica la situazione – conclude il presidente di Amici dei Bambini – voglio fare un esempio, dalla Moldavia ci è infatti appena arrivato un appello disperato: si tratta di due fratrie, due famiglie di fratelli che vogliono avere un futuro insieme perché così sono stati pensati e concepiti da chi li ha messi al mondo e che oggi non c’è più: una famiglia di quattro fratelli e un’altra di sei!!! Saranno destinati all’oblio perenne nel loro istituto e mano che mano che raggiungeranno la maggiore età, si disperderanno in qualche parte del mondo? Oppure tutti questi bambini, meno fortunati di Giorgio, troveranno qualcuno che li accolga, insieme?